Nell’Aprile del 1916, la Grande Guerra era già in atto e
il suo teatro interessava ormai tutto lo scacchiere mondiale. La Triplice Alleanza
(Regno d’Italia, Impero Austro-Ungarico, Impero di Germania) si affrontava
militarmente con la Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia, Russia) in un
conflitto sanguinoso e fratricida che avrebbe portato alla morte circa 37
milioni di persone, tra civili e militari. Malgrado tutto in una piccola
comunità della Sardegna Sud Orientale, San Nicolò Gerrei, il primo aprile del
1916 nacque una delle 1.300 anime che la popolavano. Nacque Grazietta Simbula,
che onorevolmente, con una vita dedicata alla famiglia e al lavoro, lì visse
per oltre 100 anni. Visse a cavallo di due guerre con le sofferenze di figlia prima
e di madre poi, che inevitabilmente esponevano le donne di quei periodi. Ho
avuto la fortuna e il privilegio, come suo medico di famiglia, di percorrere
sino a ieri con Lei, gli ultimi 25 anni della sua vita e posso affermare con
certezza che tutto ciò che le ho dato è poca cosa in confronto a quello che da
lei ho preso, in termini di amore, saggezza, voglia di vivere. Ho rivisto stamattina questa Donna meravigliosa. Sono rimasto da solo, in silenzio, vicino a lei
per alcuni minuti e ho visto nel suo volto gelido un sorriso che conoscevo da
tanto tempo. Era un sorriso allegro e amoroso che mi confortava e mi rassicurava sul fatto che la vita è bella e che vale la pena viverla con sentimento e
altruismo e che il Regno dei Cieli era poi esattamente quello che noi cristiani
immaginiamo. Grazie Zia Grazietta. Grazie per l’insegnamento e l’amore che mi
hai voluto concedere.
Fabio Barbarossa