Onestamente
mi sento disorientato. Le certezze che prima facevano parte della
nostra esistenza quotidiana stanno lasciando spazio al caos e
all'approssimazione di chi ci vuole a tutti i costi sprovveduti ed
ignoranti. Tutto ciò che prima nasceva in conseguenza di
ragionamenti logici, etici e morali, e da esperienze acquisite sul
campo, è diventato inutile e per certi versi dannoso. Non esiste più
un'informazione chiara ed onesta, se non in piccoli frammenti che il
più delle volte rispondono ad un ragionamento fazioso che mira, più
che all'informazione, alla destabilizzazione di quel bagaglio
culturale, giusto o sbagliato, che ci è stato tramandato dai nostri
avi. Secondo la filosofia moderna tra Etica e Morale ci sarebbe una
distinzione ben precisa. Secondo questa la Morale è un campo
strettamente individuale collegato alla condotta del singolo mentre
l'Etica è quella parte della filosofia che studia ed analizza i
comportamenti e gli stessi valori morali dell'uomo. Quindi in
definitiva l'Etica analizza la Morale. Ma quale morale si vuole
analizzare? Quella Occidentale? Quella Araba? Quella Orientale?
Quella Religiosa? Oppure quella che deriva indipendentemente
dall'esperienza, dal contesto storico, geografico o culturale? Una
cosa è certa. Se in tutto questo si inserisce la mancanza di morale,
o ancor peggio la presenza di una morale corrotta e truffaldina come
quella che stiamo vivendo in questo inizio di secolo, c'è poco da
analizzare e la stessa etica poggerebbe su pilastri instabili e
fatiscenti, più o meno come quelli che malauguratamente reggevano il
ponte di Genova. Pertanto, se veramente vogliamo dare un futuro ai
nostri figli e nipoti, è necessario rivedere il concetto di morale,
ripristinando magari quegli atteggiamenti che contemplino una scala
di valori sani e naturali che vada ben al di là dei condizionamenti
geografici, politici, culturali, storici e che si adatti ad ogni uomo
di ogni luogo od epoca.
Cagliari,
17 ottobre 2018
Fabio
Barbarossa