Capita sempre più spesso, specialmente nel mondo dei social network, come facebook ad esempio, di vedere pubblicati, con grande disinvoltura, post con fotografie di bambini o altre persone fragili, oggetto di fatti drammatici o in conseguenza di campagne spudoratamente sterili e opportunistiche. Ogni fatto drammatico, di per se, necessita di un certo riserbo, perché all'interno di questo convivono sentimenti e circostanze difficilmente comprensibili, soprattutto da chi non né è personalmente coinvolto. Si usano e si abusano circostanze dolorose per poter coinvolgere emotivamente persone impressionabili, alle quali si vuol dare motivo di inutile ansietà. Condividere, o dichiarare "mi piace", non vuol dire assolutamente avere coscienza della vicenda, e neanche trovare soluzione affinché il dramma non si ripeta. La cosa giusta è vivere questi fatti con discrezione, rispettando la sofferenza e la dignità altrui e, se proprio vogliamo intervenire, dando un pò più di umanità ai social network, facciamolo con prudenza e in punta di piedi.
Fabio Barbarossa 23 ottobre 2012 15:24
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