In memoria di Enrico Boi
Io c’ero. Io
c’ero e ho visto, ho visto e ho pianto. Ho pianto perché sono un uomo e, come
tutti, non capisco e mai accetterò che
un padre possa sopravvivere a un figlio. Così è stato. Un giovane se n’è andato
da questa terra, lasciando un vuoto incolmabile. Era un figlio, un marito, un
amico esemplare. Era, e sempre sarà, un Carabiniere. Forte e tenero allo stesso
tempo. Attento alla famiglia e al suo prossimo. Vicino a tutti, col suo umore
allegro sapeva illuminare il mondo circostante. Era amato da tutti, anche da
chi non lo conosceva. Ho visto un
lenzuolo bianco coprire il suo corpo, in una strada fredda e desolata. Ho visto
il silenzio della gente e la rabbia dei suoi colleghi ed amici. Ho sentito il
pianto e l’incredulità di chi l’aveva visto solo pochi istanti prima. Ho visto
negli occhi la disperazione di un padre e nel volto la pietà di una madre, la
paura di una moglie, la rassegnazione di una sorella, la tenerezza di una
nipote. Ho visto un Capitano, un Colonnello, un Generale, fare barriera intorno
alla famiglia. Li ho visti piangere la morte di un collega, li ho visti
piangere come si piange la morte di un figlio. La vita certe volte è
meravigliosa, altre volte è spietata. Ma vale sempre la pena viverla, così come l’ha vissuta Enrico e come la vivono tutti coloro che
la mettono a disposizione dei propri cari e del mondo intero.
Io c’ero e
questo ho vissuto.
(Scritto dal sottoscritto in memoria di ENRICO BOI, Appuntato dei Carabinieri della Compagnia di
Dolianova, morto l’11.05.2012, nei pressi di Serdiana, a seguito di una
rovinosa caduta dalla bicicletta.)
Fabio
Barbarossa
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