I
Benpensanti e i Santi continuano a dare le colpe della strage degli Innocenti
di Bruxelles, e meno recentemente di Parigi e di tante aree della Siria, che si
stavano sicuramente preparando a festeggiare la Santa Pasqua, al nostro
comportamento di civiltà moderna. Ci accusano, Papa compreso, di non aver
integrato a sufficienza belve sanguinarie che si sentivano escluse dal
consumismo occidentale o, nella migliore delle ipotesi, per non aver giustificato
il loro credo che ammetteva il sacrificio umano di vittime innocenti. Il
Pontefice stesso, in atto di sottomessa fratellanza, e forse a perdono dei
peccati, sicuramente i suoi o forse quelli della chiesa, lava e bacia i piedi a
12 persone, tra cristiani, musulmani e indù. Sia chiaro. Io non mi sento in
colpa per la loro mancata integrazione. Non mi sento in colpa perché i miei
avi, e mi spingo nella storia dell’umanità sino ai Santi Martiri che affollano
i nostri calendari, sono stati macellati forse proprio perché avevano cercato
di integrare le stesse belve dei nostri giorni. Non mi sento in colpa perché
credo nella vita, nella tolleranza, nell’amore. Perché vivo la mia vita nel
rispetto reciproco e in osservanza delle leggi, spirituali e terrene. Perché
sono sempre stato a disposizione dei deboli come lo sono sempre stato con i
miei familiari. Perché credo nella fratellanza tra i popoli, a prescindere dal
colore della loro pelle o del loro credo religioso. Però non tollero che in nome di un
dio, o un credo, o in nome di una qualunque coercizione, si possa togliere la vita
a chiunque sia ospite di questa disgraziatissima terra. Per questo non mi sento in colpa e per questo
non ho bisogno di lavare i piedi a nessuno a dimostrazione della mia
sottomissione. Ognuno si lavi i suoi. A me basta che chi vuol vivere a fianco a
me e ai miei fratelli lo faccia nel rispetto delle leggi e di quel buon vivere
che non ha bisogno di essere scritto o manifestato con vetrine, sacre o profane
che siano.
Fabio
Barbarossa
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