La
professione di medico di famiglia, come in tante altre professioni, può esporre
ad incerti del mestiere che in casi estremi possono arrivare a dei veri e
propri infortuni sul lavoro. Nella mia lunga e complessa carriera posso pertanto
annoverare fatti che mi hanno scosso profondamente, qualche volta lasciando
sulla mia pelle vere e proprie ferite lacero contuse, ad esempio in occasione
di tragicomiche cadute dalle scale in visita domiciliare, morsi di cani che a
torto o a ragione mi consideravano alla stessa stregua del postino come un
nemico da abbattere, morsi di oche o tacchini, prevalentemente in periodi
natalizi in quanto si sentivano minacciati dalla mia figura imponente e quasi
sempre affamata. Ma l’infortunio più insidioso, e quello che maggiormente
lascia cicatrici indelebili, è quello psicologico. Può succedere infatti, come avvenuto poco fa,
di recarsi a casa di una paziente anziana e gravemente inabile e di trovarla
seduta nel mezzo di una stanza comodamente in quello che a ragione viene
chiamata comoda, cioè una sedia water pieghevole regolabile in altezza per i
bisogni corporali. Li per li non ci ho fatto caso, poi, vuoi per l’odore
propiziatorio che per gli avvertimenti delle persone presenti, dopo aver
salutato velocemente l’ammalata, mi sono spostato in una stanza, diciamo, più
luminosa. In questa sono stato raggiunto da una figlia della signora alla quale
ho domandato alcune informazioni di salute.
La
domanda più opportuna mi è sembrata:
-
Sua madre va
bene di corpo? (domanda superflua).
- Certo Dottore!
Da quando le ho inserito la zucchina, la carota e l’olio…
Come
sta succedendo a voi in questo preciso istante, le mie perplessità hanno
superato tutti i limiti imposti da una sana e decente professionalità.
Cercando
di non precipitare nella facile ironia, ma mantenendo un contegno che si
richiede ad un professionista serio come me, ho risposto:
-
Dove?
-
Nell’alimentazione…
-
Ahhh….bene, meno male.
Dopo
essermi ripreso, cercando di mantenere un contegno degno della mia figura, ho
continuato la mia costruttiva conversazione.
Dall’altra
stanza, con voce ferma e determinata, la paziente mi rendeva edotto del fatto
che presentava un prurito e un bruciore nelle parti in funzione.
Sul
momento mi è venuto in mente di chiedere alla figlia se alla zucchina avesse
tolto la parte spinosa, ma poi, con grande professionalità, ho terminato la
visita senza proferir parola e mi sono accomiatato da quella casa.
Dottor
Fabio Barbarossa
Storie
di vita vissuta
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