Già nel 360 a.C.,
Platone in un celebre passo del Timeo (dialogo), così
scriveva: "Nelle
donne la cosiddetta matrice e la vulva somigliano a un animale desideroso di
far figli, che, quando non produce frutto per molto tempo dopo la stagione, si
affligge e si duole, ed errando qua e là per tutto il corpo e chiudendo i
passaggi dell'aria e impedendo il respiro, genera il corpo nelle più grandi
angosce e genera altre malattie di ogni specie".
L’Utero (ὑστέρα,hystera), nell’immaginario collettivo, era la
causa di una psiconevrosi, l’Isteria, malattia appartenente esclusivamente al
mondo femminile.
Ben poco sapeva
Platone, e forse per nulla immaginava, che nei millenni le sue teorie sarebbero
tornate in auge e che l’isteria avrebbe colpito gran parte del corpo politico
italiano e di tutti coloro che a questo si affidano.
Ben poco sapeva di
contrattazione immobiliare del suo Ystera, e per nulla immaginava che l’utero
in affitto sarebbe diventato argomento di discussione e trattativa ben prima
dei problemi che attanagliano la società italiana come disoccupazione, crisi
economica, crisi sociale. La maternità surrogata sarebbe diventata oggetto di
trattativa politica e legislativa. Nella sua scarsa lungimiranza, il Pensatore,
riteneva che per la procreazione sarebbe stato sufficiente un hystera cum ovarium et penis, possibilmente erectus, con annessi magna testicula. E qui
si sbagliava. L’utero di proprietà non è più necessario. Nel mondo immobiliare
ce ne sono tanti in affitto singoli o plurifamiliari, termoriscaldati, panoramici,
ottimamente arredati e rifiniti e, soprattutto, a basso costo. In quanto a
magna testicula, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Fabio Barbarossa
(pubblicato su L'Unione Sarda 9 marzo 2016)
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