Mai come in questi ultimi
tempi l'informazione Radiotelevisiva sta giocando un ruolo determinante nella
vita di ognuno di noi. Attraverso i telegiornali e i radiogiornali stabiliamo ,
in tempo reale, quale sarà l'umore della
nostra giornata. Dalla semplice agitazione a vere e proprie crisi di panico condizionano
ormai i nostri rapporti col mondo circostante. A corollario dell'informazione
così detta ufficiale, siamo bombardati poi da una serie di informazioni
incontrollate, corredate da immagini e filmati che spesso non hanno nessuna
attinenza temporospaziale col fatto stesso. In questo internet la fa da
padrone. Ma volendo stendere un velo pietoso sull'informazione fai da te,
vorrei concentrarmi sull'informazione cosi detta ufficiale. Quella di Stato.
Quella che dovrebbe seguire criteri logici e deontologici, che dovrebbe essere
capillare e comprensibile da tutte le fasce sociali, culturali e ideologiche di
una nazione cosiddetta democratica come l'Italia. All'uopo si creano in
estemporanea delle vere e proprie
task-force di informatori che pur di darci una notizia sono capaci, alcune
volte, di inventarla. La cronaca di questi ultimi giorni, parlo purtroppo di
stragi e di fatti di sangue, ci viene
somministrata a tutti i costi e a tutti i costi ci vengono date per certe
situazioni che di certo hanno a malapena
la loro esistenza. Vengono fatte Edizioni
Straordinarie fiume, interrotte solo dai bisogni fisiologici di chi le fa e di
chi, ahimè, le subisce. Il risultato è una serie di supposizioni che spesso si dimostrano inconcludenti e
lontane dalla realtà. Quella vera. L'obbiettivo principale di questa
informazione pare sia diventato ormai solo "Isis si, Isis no" - "Islam si, Islam no". Nel frattempo chi le recepisce, e non ha un provvidenziale
senso di autocontrollo, subisce una serie di emozioni che vanno dalla
depressione all'ansia o a vere e proprie crisi di panico. Professionalmente mi
capita sempre più spesso di diagnosticare
patologie psicosomatiche conseguenti non al fatto in se ma all'edizione straordinaria. Per questo, da medico, sono
arrivato alla conclusione che la miglior cura per queste patologie non è
l'ansiolitico o l'antidepressivo, ne tanto meno un ciclo di sedute di analisi,
ma semplicemente cambiare canale ed aspettare con calma che la notizia venga
presentata in modo chiaro e inequivocabile. Basta avere un po' di pazienza e
sangue freddo. Ne va' della nostra salute.
Cagliari, 25 luglio 2016
Fabio Barbarossa
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