Può capitare di
ricevere, attraverso i servizi di rete tipo facebook, watsApp,
twitter e tanti altri, informazioni e fatti che poi in un secondo
momento si rivelano bufale, più modernamente Fake. Può capitare che
il singolo, ignaro di questo, possa essere a sua volta amplificatore
di tale bufala trasmettendola ai suoi amici e contatti. Ma tutto
questo e' limitato ad una piccola cerchia di persone nelle quali e'
facile possa nascere per questo un dialogo che porti ad esprimere
pareri ed opinioni, più o meno costruttive e circoscritte. Diverso e' quando queste
false informazioni vengono create ad arte, per fini che lascio a voi
immaginare, e che queste vengano amplificate con mezzi di
comunicazione di massa, quindi capaci di influenzare, spesso senza
possibilità di replica, la maggior parte dei cittadini con
conseguenze inimmaginabili e spesso imprevedibili. La cronaca di
questi giorni, in cui si è data la responsabilità della morte di un
figlio, affetto da leucemia, ai genitori per non aver vaccinato per
il morbillo i fratellini, ne e' la prova drammaticamente lampante.
Solo che in questo caso si è criminalizzata una famiglia già
provata peraltro dal gravissimo lutto. C'e voluto l'intervento
pubblico del dottor Andrea Biondi, medico curante della piccola vittima, a
dirimere il dubbio ed a togliere in questo modo la responsabilità ai
genitori. Mi chiedo come mai i giornalisti non abbiano acquisito
prima questa informazione, evidentemente già disponibile dal primo
momento. Mi sarei aspettato le pubbliche scuse alla famiglia, ma non
mi sembra che queste abbiano avuto dai media lo stesso risalto. A
pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
Fabio Barbarossa
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