sabato 3 giugno 2017

Accordo sul Clima 2017

Donald Trump fa retromarcia sull’Accordo Clima stipulato a Parigi nel 2017 e  Francia e Germania si strappano le vesti di dosso gridando al cataclisma e all’imminente  fine del Mondo, mandando in onda, sulle televisioni asservite al potere, i soliti  ghiacciai che si scongelano, le tempeste tropicali del secolo scorso e i deserti sahariani sempre più deserti. Trump,  in sintonia con i suoi elettori che poi ne hanno permesso il Governo degli USA, pensa, in modo discutibile o meno,  alla sua economia e tira dritto verso tutto ciò che porterà beneficio alla sua gente. Lo stesso Macron neo presidente francese e la sua  parigrado tedesca Merkel  si  professano determinati a tutelare il clima. 
Qualche riflessione:
- ma la Francia non è la nazione europea che ha il maggior numero di centrali nucleari, 58 per la precisione di cui la maggior parte al confine con l’Italia, per lo più costruite tra gli anni settanta e ottanta del secolo scorso,  che producono milioni di metri cubi di scorie radioattive scaricate sino al 1983 nell’Oceano Atlantico? Per capire, per l’uranio 235, combustibile nucleare insieme al plutonio, sono necessari 710 milioni di anni per il dimezzamento del potere radioattivo; e negli anni dal 1966 al 1996 è la stessa che eseguì 193 test nucleari nelle meravigliose isole della Polinesia francese,  nell'Oceano Pacifico, esponendo l'allora popolazione di Tahiti (178.000 abitanti) a livelli di radioattività 500 volte superiore ai limiti massimi con conseguenze che hanno portato Hollande al risarcimento dei danni in questi ultimi anni?
- ma la Germania, maglia nera per il numero di centrali a carbone e lignite,  causa principale dell’emissione di CO2,  non è la patria della Volkwagen che ha manipolato i dati sulle emissioni della CO2 delle proprie autovetture, condannata per questo ad una maxi multa da 18 miliardi di euro?
- ma la Cina che ha aderito all'Accordo di Parigi, è la stessa che ha tutte le sue più grandi città, Pechino per esempio, in Allarme Rosso per gli altissimi livelli di inquinamento ambientale col sole oscurato e costringendo i suoi cittadini a vivere con le mascherine per poter respirare? 
Con questo non sto cercando giustificazioni o alibi alla scelta di Donald Trump e del Popolo Americano, voglio solo dire che quando ci si strappa le vesti di dosso bisogna stare attenti perché alle parole devono seguire i fatti altrimenti in mutande potrebbero rimanere persone innocenti che in tutto questo non hanno nessuna responsabilità.

Fabio Barbarossa

Nella foto sopra: Mururoa nel 2000, pochi mesi dopo l'ultima esplosione nucleare.

martedì 30 maggio 2017

Povera Sardegna, amata Terra mia

E pensare che i nostri Antenati avevano portato sino a noi, a costo di grandi sacrifici e spesso della loro stessa vita, questa Terra intatta e a prova di inquinamento ambientale. Oggi, leggendo L’Unione Sarda, sembra di vivere proiettati in un’altra dimensione temporospaziale, apocalittica e catastrofica, dove  fanghi acidi e  polveri bianche, ricche di sostanze tossiche e di veleni mortali, stanno  invadendo parte del nostro territorio ed alcune oasi naturalistiche, come la Laguna di Santa Gilla a Cagliari, invidiateci da tutto il mondo. Per ora si parla di 35 mila tonnellate di fanghi tossici, provenienti dalla Fluorsid, delittuosamente interrati in aree dove inevitabilmente potrebbero aver inquinato le falde acquifere e tutte le derivazioni agro alimentari che ne sono venute a contatto. I livelli di arsenico, considerato il veleno dei “delitti perfetti” in quanto inodore  e insapore, è di 140 volte superiore i limiti di legge. Piccole dosi di questo veleno possono simulare una morte naturale. Ebbene tutto questo in una sorta di irresponsabile scaricabarile che sta portando la nostra terra ad essere inospitale per noi e per i nostri figli. Fortunatamente, in tutto questo disastro ambientale, ci sono dei Rangers che vigilano sulla nostra salute e sul futuro della nostra terra. Angeli, spesso vituperati da un potere politico miope ed incapace, sono riusciti con grande spirito di sacrificio e pochi mezzi, contro uno strapotere economico che non guarda in faccia nessuno,  a scoprire e a denunciare tutto questo. Questi Angeli fanno parte del Corpo Forestale della Sardegna e sono formati da uomini e donne che come noi hanno la nostra stessa origine isolana e che hanno a cuore le sorti della nostra terra e dei nostri figli. Il nostro sostegno deve essere totale, come lo è il mio, in un ambito di collaborazione civica, perché è tramite l’impegno di tutte le persone di buona volontà che potremo aspirare ad un futuro libero e dignitoso per noi e per la nostra amata Terra.


Fabio Barbarossa

Pubblicata su L'Unione Sarda del 9 giugno 2017 

venerdì 19 maggio 2017

LOVE LETTER TO MY CHILDREN

Beloved children of mine,

in few days, God willing, I'll reach my sixtieth year of age, to understand each other, that one which make you jokingly yell: "Dad, you're an old man!", and I wish, with these few lines, to express my gratitude and happiness, moreover to have given to my life a purpose. Dear Stella, dear Cecilia, dear Matteo, dear children of mine, each and every one of you earned a piece of my heart and almost my very own soul. Each of you, as load bearing columns, carry the weight of my humble life, making sense of everything, even pain. I imagine for you a bright and colorful future, which would make you grow in health, pride and dignity. I imagine your future, even if I'm not longer on this heart holding your hand and helping you not to do the mistakes I've done. Because of it I was always careful where I'd put my own feet, so each of you could have followed my own footsteps. Forgive me if sometimes I wasn't able to be at the level of the expectations you have of me, but be aware that everything I've done in my life, I've been doing it with everyone's respect, and within the limits which belongs to whomever walks the ground of this earth. I would hug you all, to transfer my love, but most than everything to have comfort of being able to carry this heavy and humble life of mine.

Your Dad Fabio

lunedì 15 maggio 2017

Adorati Figli miei

Tra qualche giorno,  Dio volendo, raggiungerò il mio sessantatreesimo anno di età, per intenderci quello che ogni tanto vi fa esclamare scherzosamente: “Papa' sei vecchio! “, e vorrei con queste poche righe  manifestarvi la mia gratitudine e la mia felicità per aver voi contribuito a rischiarare la mia vita, ma soprattutto per avergli dato un senso. Cara Stella, cara Cecilia, caro Matteo, adorati Figli miei, ognuno di voi si e' guadagnato un pezzo del mio cuore e la quasi totalità della mia anima. Ognuno di voi, come delle colonne portanti, sostiene il peso della mia umile vita, facendo si che tutto abbia un senso, anche il dolore. Ho immaginato per voi un mondo di pace e di serenità. Ho immaginato per voi un futuro variopinto e luminoso che potesse farvi crescere con salute, orgoglio e dignità. Ho immaginato il vostro futuro, anche quando non sarò più qui su questa terra a tenervi per mano per aiutarvi a non commettere gli stessi errori che ho fatto io. Per questo sono stato sempre attento a dove mettevo i piedi, perché qualcuno di voi avrebbe potuto seguire le mie orme. Perdonatemi se qualche volta non sono all'altezza delle aspettative che voi avete di me, ma sappiate che tutto ciò che ho fatto nella mia vita, l’ho fatto nel rispetto di tutti e  con i limiti che appartengono a chiunque calpesti il suolo di questa terra. Vorrei abbracciarvi tutti e tre per trasmettervi il mio amore, ma soprattutto per avere da voi il conforto nel portare avanti questa mia faticosa e umile vita.

Grazie.

Vostro Papà Fabio

domenica 7 maggio 2017

That guy of the 22nd



A mio Padre Eugenio Barbarossa, nato il 6 maggio 1922 e volato in Cielo l'11 maggio 2014 

"That guy of the 22nd"
He was born in an age which as soon as the war ended, he was working on another one, in a Europe uncertain and frightful, no more nor less than today's actual one, where concepts of love and brotherhood among people were not be determined yet. At the age of twenty, Navy man of the Italian Regia Marina, found himself projected in a war not of his own for a good six years. Following, a life of work, honestly, self  inner respect, after being able  to build a family, which eventually would become his greatest satisfaction.
A wife, his own soul mate for over 65 yrs, 4 kids and many grandchildren. A stable guide, a lighthouse, a safe port of the bombarded sea of life for whomever have had the opportunity to meet him. Throughout time, the stoms of life have nicked his body, but not his mind.
His mind, a marvellous  plaiting of experience and love, adapted itself at the times, at the research of stimuli and facts, at the research of the meaning of life which is recognized in the    contact of the surrounding would.
He was and always will be an indispensable reference for his own loved ones, prodigy of advices and facts manifested by the good example. He never ask for anything for himself. He never presented the bill to the life.
His positivity and trust, were based on a concept, today even more remote, of altruism.
When in these  last moments, his health turned itsel precarious, due to an incurable disease, he accepted his fate  and respected the death. He did it praying his own God, with serenity, without condemning or renegading. When his illness had the best of his own senses, he trusted the structures which had the duty to help him, and without pretending, he waited wishing for a calm and dignifying death.
What carries our society to deny the respect for the life, and even worse for the death. I wasn't given to know
I know only that this guy of the 22nd passed in a cold public hospital room, in which it was deny to him and his own family, the amnesty to live his last hours, his last minutes, I'm the silence and the private pain.
His life is terminated in the middle of a turmoil, in a uproar of a  television turned on at substantial volume, in the laughter and in the screams of a mob occasionally visiting his roommates. My father passed without me hearing his breath, without me being able to see his soul fly out to the neverending sky.
Today I'm here, not to accuse, nevertheless to condemn, but simply to remember that if life has to lived in dignity, even more dignity must.  the death. And this can be done without specific criteria nor additional costs. It can be achieved following the spellings of our own heart and the wisdom of our ancestors, who throughout the cult and respect for life, had transmitted  through time  till reaching us,  the respect and the culture of the death.

Fabio Barbarossa

venerdì 28 aprile 2017

Murmure...cellulare


Era una settimana professionale come tante e a parte due trattamenti sanitari obbligatori ed una impegnativa recrudescenza delle patologie similinfluenzali tutto volgeva al termine tra alti e bassi e le minime soddisfazioni sindacali. Tutto ciò insomma che un medico di campagna come me può auspicare. Sino a quando una giovane mamma col suo ragazzo si presenta nel mio studio per problemi toracici e respiratori. Dopo breve anamnesi faccio spogliare il giovane a torso nudo ed inizio una accurata auscultazione del suo torace. Cuore e frequenza cardiaca regolare. Murmure vescicolare normo trasmesso su tutto l'ambito polmonare. Un momento. A livello basale sinistro sento un rumore respiratorio che mi insospettisce. Ripasso sopra col fonendoscopio e mentalmente rivedo tutta la semeiotica che la mia quasi quarantennale esperienza mi ha messo a disposizione. Sono preoccupato ma non lo do a vedere. Poi, facendo uso della mia lungimiranza professionale, guardo negli occhi il giovane malato e con malcelata pazienza chiedo:
- Hai per caso il cellulare in tasca che sta suonando?
- Si, dottore, ma solo con le vibrazioni.

Se la buonanima del Professor Aresu, mio Docente di Patologia Medica avesse previsto oltre al regolare murmure vescicolare anche le vibrazioni di un fantascientifico cellulare vibrante in tasca, si sarebbe suicidato.
Fabio Barbarossa.

lunedì 24 aprile 2017

La Merde



La nostra Italia tende inesorabilmente a precipitare verso il baratro dell'autodistruzione e, malgrado tutto, non si riesce a trovare una soluzione unitaria che ci possa salvare tutti, o quasi. Da tempo cerco di capirne il perché ma solo recentemente ho trovato la giusta risposta. Dopo aver espletato, come tutti i comuni mortali, i vostri bisogni corporali, provate a premere come d'obbligo, il pulsante dello sciacquone. Sotto di voi un vortice d’acqua porterà via l'esito della vostra funzione intestinale, comunemente nota come merda. Supponiamo per un istante che la nostra nazione sia un appartamento e che il popolo italiano ne occupi le stanze in modo più o meno confortevole. Una parte di questo si troverà in cucina ad abbuffarsi con tutto ciò che trova, un'altra parte sarà in salotto a chiacchierare e a pontificare sul senso della vita, un'altra parte ancora sarà in camera da letto a dormire o semplicemente a procreare. Infine, una parte sempre più nutrita sarà nella toilette in vicinanza del wc e da questo verrà attratto in una sorta di vortice che fatalmente lo porterà al di fuori della casa insieme ad una dose di escrementi. Nella parte alta del vortice ci saranno coloro che ancora cercano di arrampicarsi sul bordo del water per potersi salvare, in quella intermedia ci saranno coloro che col salvagente sono ancora convinti di poter stare a galla, nella parte inferiore, infine, saranno presenti tutti coloro che intrisi di merda si avviano ormai velocemente verso il buco nero dello scarico. In Italia il problema è che ognuno di noi si trova in una stanza diversa e a nessuno di quelli che vivono agiatamente interessa ciò che succede nella toilette. Ma prima o poi anche i migliori water si intasano e può capitare che gli escrementi possano tracimare in tutta la casa e persino nelle case dei vicini. Occhio.


Fabio Barbarossa.


mercoledì 19 aprile 2017

Non molto tempo fa al nome Kim Jong si sarebbe potuto associare il modello di una Marca Automobilistica dell’Asia Centrale o ancor più semplicemente il nome di uno dei tanti personaggi di origine asiatica che per la loro eccentricità psicosomatica imperversano nel mondo asiatico. Neanche con la più fervida fantasia si sarebbe potuto immaginare che questo ragazzone di 33 anni, sbruffoncello e soprappeso, avrebbe messo in crisi la stabilità militare dell’intero globo terracqueo. Così Kim Jong, dittatore Nord Coreano, attraverso una serie di proclami, minaccia di far crescere funghi atomici in ogni dove. E con chi entra in rotta di collisione? Nientemeno che con Donald Trump, che in quanto ad immagine di bullo americano non è da meno. Se non fosse che la cosa è tremendamente seria, ci sarebbe da sedersi in poltrona, con tarallucci e vino,  per vedere come andrà a finire. Ma ho un brutto presentimento. Istintivamente  mi viene da pensare: “ma se noi italiani prima o poi dovessimo avere un contenzioso con Kim Jong, chi potremmo usare come controparte politico militare?” Chissà perché mi viene in mente il nome di un bullo sbruffoncello toscano, che lascio a voi immaginare chi sia, e la cosa mi preoccupa in modo particolare.

Fabio Barbarossa

Pubblicato ne L'Unione Sarda del 12.04.2017

domenica 19 marzo 2017

Little firmament

For as much as our existence is made out of relationships, on
 which we confront ourselves for all our own life; it's in the solitude that we measure our own being, especially after a exhausting day, we say still with our own selves and with our own soul to count the stars of our own little firmament.
Fabio Barbarossa

venerdì 17 marzo 2017

le Stelle nel firmamento

Per quanto la nostra esistenza sia fatta di relazioni, con le quali  ci confrontiamo per tutta la nostra vita, e' nella solitudine che misuriamo il nostro essere soprattutto quando, dopo una giornata faticosa, rimaniamo con noi stessi e con la nostra anima a contare le Stelle del nostro Piccolo Firmamento.


For as much as our existence is made out of relationships, onwhich we confront ourselves for all our own life; it's in the solitude that we measure our own being, especially after a exhausting day, we say still with our own selves and with our own soul to count the stars of our own little firmament. 



Fabio Barbarossa 

venerdì 10 marzo 2017

Un tributo dovuto

Più divento grande e più mi rendo conto che le Donne sono Creature meravigliose e insostituibili. Sono la grazia, sono l'armonia, sono la forza, sono la bellezza, sono l'amore. Sono la vita. Sono la testimonianza terrena della divinità. I miei primi ricordi sono la tenerezza di mia madre, la sicurezza e la certezza di non essere solo su questa terra. Il suo seno era il posto sicuro dove saziarmi di amore e calore. Con l'età ho imparato a conoscerle e ad amarle e se anche ho avuto con loro delle divergenze le ho sempre accettate perché queste erano il momento per migliorare comunque la mia vita. Ho imparato molto da loro. Ho imparato a gioire e ad affrontare la vita con serenità e determinazione. A soffrire in silenzio e con umiltà. Ad amare e a perdonare. Ho imparato con loro a colorare la mia vita e a renderla degna di essere vissuta anche quando la penombra o le tenebre si stavano impadronendo di me. A loro dedico la mia umile esistenza e a loro metto a disposizione il mio futuro anche a costo della mia stessa vita. Ogni volta che vedo il sorriso di mia madre, la tenerezza di mie figlie sento di essere importante, perché importante è l'amore che loro danno a me. Grazie di esistere.


Fabio Barbarossa 

martedì 7 marzo 2017

Un altro destino scritto con sangue innocente

Iglesias, Sardegna, 2 marzo 2017, si consuma un'altra tragedia annunciata. Una giovane mamma, una moglie, viene assassinata dal marito davanti alle sue figlie. Un dramma da cui nessuno si sogni di tirarsi fuori. Un dramma dove tutti siamo responsabili, chi più chi meno, per non aver capito, e quindi impedito, che questo succedesse. Una reazione a catena senza scampo che va ad allungare una lista drammatica dove inevitabilmente vittime e carnefici si mischiano tra di loro.
Tutto, apparentemente, era sotto controllo. Autorità e magistratura erano informate e avevano sicuramente già adottato i provvedimenti del caso.
E allora? Perché è successo? Perché un'altra vittima ha dovuto scrivere col suo sangue l'inefficienza di un sistema sbagliato? Che ruolo deve assumere la logica e il buon senso in una società distratta, impegnata solo  su disquisizioni politiche e mondane fini a se stesse o indirizzate verso il nulla assoluto? Io credo di saperlo. Deve far prevalere l'umiltà. Quella che ci fa da guida in tutti i fatti della vita e che ci permette di ammettere i nostri errori e da questi imparare a non ripeterli. L'otto marzo sia una data di riflessione e aldilà dei soliti slogan ci faccia ritrovare quell'umiltà che da sola può essere sufficiente a trovare, ognuno per la sua parte, le giuste soluzioni.


Fabio Barbarossa 

Due padri e' meglio che uno?

Volontariamente non sono voluto entrare in merito alla  complessa e poco chiara giurisprudenza relativa alla doppia paternità, onore della cronaca di questi ultimi giorni a Trento. Faccio parte di quella generazione  in cui gli XX e gli XY si dividevano i compiti genetici della procreazione  alla quale seguiva la distribuzione naturale di una madre e di un padre, quando questo fosse conosciuto. Gli studi universitari, chiaramente di altri tempi, mi hanno permesso, attraverso una laurea in medicina e chirurgia, di rafforzare questi pilastri concettuali genetico biologici e di arrivare sino ad oggi con le idee apparentemente ancora chiare. Ma nella vita c'è sempre da imparare, in una sorta di sfida intellettuale che presto potrebbe portarci a sovvertire le nostre convinzioni basate su banalissime ma collaudatissime leggi della natura in contrapposizione a leggi giurisprudenziali più adatte alle circostanze politico terrene dei nostri tempi. Resterà da vedere, per chi avrà la fortuna di conoscere gli altri sette pianeti appena scoperti e simili alla terra, a 39 anni luce da noi, se anche da loro gli  esseri viventi nascono più o meno come noi o più semplicemente si affidano alla loro legge del momento soggetta  ad un Padreterno locale magari un pò più emancipato del nostro.


Fabio Barbarossa 

Pubblicato su L'Unione Sarda del 4 marzo 2017

mercoledì 22 febbraio 2017

Addio Zia Grazietta

Nell’Aprile del 1916, la Grande Guerra era già in atto e il suo teatro interessava ormai tutto lo scacchiere mondiale. La Triplice Alleanza (Regno d’Italia, Impero Austro-Ungarico, Impero di Germania) si affrontava militarmente con la Triplice Intesa  (Gran Bretagna, Francia, Russia) in un conflitto sanguinoso e fratricida che avrebbe portato alla morte circa 37 milioni di persone, tra civili e militari. Malgrado tutto in una piccola comunità della Sardegna Sud Orientale, San Nicolò Gerrei, il primo aprile del 1916 nacque una delle 1.300 anime che la popolavano. Nacque Grazietta Simbula, che onorevolmente, con una vita dedicata alla famiglia e al lavoro, lì visse per oltre 100 anni. Visse a cavallo di due guerre con le sofferenze di figlia prima e di madre poi, che inevitabilmente esponevano le donne di quei periodi. Ho avuto la fortuna e il privilegio, come suo medico di famiglia, di percorrere sino a ieri con Lei, gli ultimi 25 anni della sua vita e posso affermare con certezza che tutto ciò che le ho dato è poca cosa in confronto a quello che da lei ho preso, in termini di amore, saggezza, voglia di vivere. Ho rivisto stamattina questa Donna meravigliosa. Sono rimasto da solo, in silenzio, vicino a lei per alcuni minuti e ho visto nel suo volto gelido un sorriso che conoscevo da tanto tempo. Era un sorriso allegro e amoroso che mi confortava e mi rassicurava sul fatto che la vita è bella e che vale la pena viverla con sentimento e altruismo e che il Regno dei Cieli era poi esattamente quello che noi cristiani immaginiamo. Grazie Zia Grazietta. Grazie per l’insegnamento e l’amore che mi hai voluto concedere.


Fabio Barbarossa   

lunedì 30 gennaio 2017

Many lives

Many lives, many tales which overlap in a vortex of emotions. Tales of any gender, told or lived in first person. Interesting tales, happy or tragic, which fill in the life of whom lived them, or simply, as myself, heard them. Being a Doctor means also this. It means to have the privilege, and often bearing the weight, to live together with the common people, everyday's folks to understand each other. This means to help who is in need of, specifically who does not ask for it. Means to love unconditionally, even when the load of responsibility or the pain and the emotions shall drive you to escape far away. It means to feel gratified and happy to receive a gratification with a smile or a bottle of good olive oil. It means to understand, to be able to explain to whom is in needs of, which ones are the ways of life. It means to be able of getting emotional over things that are insignificant for others, but which belong from the deep of others heart. It means to suffer from others as you would suffer from the loss of your own. It means to donate what you possess even when you're left with little or nothing at all. It means to believe in a better future, and sometimes to cope with someone who lost every hope. It means to live with feelings and determination to your own life to be aware to leave a memory, a track to follow for who shall be after. It means to be aware where you put your own feet, because our own footsteps will be followed by our own kids. It means, definitely, to live and love with everything that life has on reserve for us, and with this be thankful to have the privilege and honor of being here.
Always yours, Humbly.


Fabio Barbarossa.