giovedì 20 luglio 2017

Fidarsi è bene...

Da un po di tempo mi passa per la mente una parola del cui significato, fino a non molto tempo fa, ero certo. Questa parola è "Fiducia". Fiducia, dal latino “fidere”, vuol dire fidare, confidare e per applicarla a fatti e cose non basterebbero trattati ed enciclopedie universali. La mia stessa vita professionale, essendo io medico di fiducia, si basa su questo concetto. Ci si fida di qualcuno o di qualcosa, spesso mettendo in gioco la nostra stessa vita. Ci si fida del chirurgo, come ci si fida dei freni della nostra moto. Ci si fida di  se stessi come in altri casi si confida in Dio. Tendenzialmente la fiducia nasce da un fatto positivo che generalmente porta alla serenità e alla sicurezza. Altre volte diventa un concetto inaffidabile, malgrado l'intento sia quello di garanzia. La fiducia perde la sua motivazione quando non nasce da una valutazione personale o convenzionale del termine, ma deriva da un'imposizione coercitiva, che nulla ha a che vedere col suo significato. In questi ultimi anni, specialmente in ambito politico, l'obbligatorietà della fiducia imposta ha fatto perdere il significato e il ruolo della stessa. Ci si deve fidare forzosamente, anche quando il buon senso, personale e della comunità, avrebbe pesanti riserve. La fiducia non si può acquistare, ne tanto meno imporre. La si deve meritare e questo può avvenire soltanto quando si opera in scienza e coscienza e quando l'obbiettivo finale non passi per interessi personali o per deleghe altrui.


Fabio Barbarossa

giovedì 13 luglio 2017

In nome del padre e dei figli

E' inutile che accampiate meriti, rispetto alla madre e alla sua famiglia di origine, nell'educazione e crescita dei vostri figli. Come padri sarete sempre perdenti e se proprio avrete un ruolo, sarà prevalentemente quello negativo.

- Il piccolo non va bene a scuola?
E' colpa vostra, perché  intervenendo in sua difesa, magari con qualche giustificazione di troppo visto che stava schiattando per l'eccessivo carico scolastico e contro il parere della madre, lo distogliete dalle sue responsabilità e ne farete un asino calzato e vestito.
- Vostro figlio tende ad ingrassare?
E' colpa vostra perché una volta, a grande richiesta, gli avevate fatto una carbonara col guanciale di porco che vi avevano appena regalato.
- I vostri piccoli stanno qualche volta davanti alla TV comodamente adagiati sul divano per rilassarsi dalle fatiche della loro complessa vita e voi, nel rispetto della loro volontà, siete stati accondiscendenti? 
Mal ve ne incolga. Cresceranno debosciati e in forma larvale si trascineranno per il seguito della loro esistenza.
- Gli e' sfuggita qualche parolaccia da far rabbrividire uno scaricatore di porto? La colpa e' vostra perché il giorno x del mese y dell'anno 2010, a seguito della vista di una multa sul parabrezza della vostra auto avevate esclamato “porca puttana”. Non si fa!  E poi davanti ai bambini!

Sappiate che qualunque cosa come padri voi facciate, soprattutto se non rientra nella benedizione della mamma, o in sua vece da un componente della sua famiglia sino al terzo grado di parentela, sarà fatto male e comprometterà irreversibilmente il futuro dei vostri figli. Ma d'altronde cosa si pretende da chi come i padri deriva direttamente dalle scimmie mentre delle madri e della loro sacra famiglia se ne occupò personalmente il Creatore?

Padri, Pentitevi!

Fabio Barbarossa 

mercoledì 5 luglio 2017

Quando il gioco si fa duro

Oggi, come non ricordo quante altre volte, sfido il tempo per garantire alla mia gente l'assistenza sanitaria sul territorio. Lo faccio come tanti altri, senza pretese, anzi, col giusto entusiasmo e consapevole di fare cosa buona e giusta. Come quei medici e quegli infermieri che, inginocchiati per terra in un ospedale campano, garantivano l'assistenza a dei poveri pazienti adagiati con delle coperte sul pavimento. Quando qualche politico o qualche dirigente, seduto comodamente in poltrona riscaldata, si erge a giudice, sappia che quando il gioco si fa duro sono le persone determinate e con grande spirito di sacrificio e abnegazione che si fanno interpreti delle difficoltà, e le risolvono.

Fabio Barbarossa

(fatto successo a Nola il 10 gennaio 2017)

Pubblicato su L'Unione Sarda il 24 gennaio 2017 

martedì 27 giugno 2017

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur

Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata. Così scriveva lo storico Tito Livio poco prima della nascita di Cristo. Mai come oggi la storia ha accorciato i tempi, facendo diventare attuali fatti di oltre 2.000 anni fa. Mentre a Roma si discute di lana caprina il popolo italiano viene espugnato da problematiche esistenziali inerenti la disoccupazione, la sanità, la scuola, la giustizia, la migrazione. Chi governa e' tanto attento alla distribuzione di seggi e incarichi elettorali che non si accorge che a valle la nazione brucia. Per questo da loro vengono interpellati i grandi saccenti della sociologia europea, per capire come mai quando il popolo brucia si lamenta e in certi casi addirittura grida; per capire come mai quando si e' persa anche l'ultima speranza ci si arrocca in una posizione di difesa e spesso si abbandona il campo; per capire come mai alle consultazioni elettorali si presenta meno del 40 % degli aventi diritto. E per questo si scodellano al popolo ormai anoressico considerazioni ridicole e abominevoli che si arrogano il diritto di capire ed interpretare, in chiave incomprensibile, ciò che il popolo vorrebbe. Ma e' cosi semplice. Il Popolo vuole dignità. Dignità di vivere in salute, nella famiglia, nella società, nel lavoro, negli affetti. Tutto il resto e' superfluo. Pertanto, se si hanno veramente a cuore le sorti dell'Italia, chi governa si deve impegnare con i fatti e non solo con le parole, con la demagogia e con l'arroganza. L'alternativa, come per la città di Sagunto, e' che ci sia sempre l’Annibale Barca di turno che possa espugnare, come già sta succedendo, la nostra meravigliosa e unica Nazione.


Fabio Barbarossa 

Nella foto in alto Annibale Barca, condottiero e politico Cartaginese 
(Cartagine, 247 a.C. - Lybissa, 183 a.C.)

Pubblicato ne L'Unione Sarda del 4 luglio 2017



domenica 25 giugno 2017

L'informazione 3

Può capitare di ricevere, attraverso i servizi di rete tipo facebook, watsApp, twitter e tanti altri, informazioni e fatti che poi in un secondo momento si rivelano bufale, più modernamente Fake. Può capitare che il singolo, ignaro di questo, possa essere a sua volta amplificatore di tale bufala trasmettendola ai suoi amici e contatti. Ma tutto questo e' limitato ad una piccola cerchia di persone nelle quali e' facile possa nascere per questo un dialogo che porti ad esprimere pareri ed opinioni, più o meno costruttive e circoscritte. Diverso e' quando queste false informazioni vengono create ad arte, per fini che lascio a voi immaginare, e che queste vengano amplificate con mezzi di comunicazione di massa, quindi capaci di influenzare, spesso senza possibilità di replica, la maggior parte dei cittadini con conseguenze inimmaginabili e spesso imprevedibili. La cronaca di questi giorni, in cui si è data la responsabilità della morte di un figlio, affetto da leucemia, ai genitori per non aver vaccinato per il morbillo i fratellini, ne e' la prova drammaticamente lampante. Solo che in questo caso si è criminalizzata una famiglia già provata peraltro dal gravissimo lutto. C'e voluto l'intervento pubblico del dottor Andrea Biondi, medico curante della piccola vittima, a dirimere il dubbio ed a togliere in questo modo la responsabilità ai genitori. Mi chiedo come mai i giornalisti non abbiano acquisito prima questa informazione, evidentemente già disponibile dal primo momento. Mi sarei aspettato le pubbliche scuse alla famiglia, ma non mi sembra che queste abbiano avuto dai media lo stesso risalto. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
Fabio Barbarossa

sabato 3 giugno 2017

Accordo sul Clima 2017

Donald Trump fa retromarcia sull’Accordo Clima stipulato a Parigi nel 2017 e  Francia e Germania si strappano le vesti di dosso gridando al cataclisma e all’imminente  fine del Mondo, mandando in onda, sulle televisioni asservite al potere, i soliti  ghiacciai che si scongelano, le tempeste tropicali del secolo scorso e i deserti sahariani sempre più deserti. Trump,  in sintonia con i suoi elettori che poi ne hanno permesso il Governo degli USA, pensa, in modo discutibile o meno,  alla sua economia e tira dritto verso tutto ciò che porterà beneficio alla sua gente. Lo stesso Macron neo presidente francese e la sua  parigrado tedesca Merkel  si  professano determinati a tutelare il clima. 
Qualche riflessione:
- ma la Francia non è la nazione europea che ha il maggior numero di centrali nucleari, 58 per la precisione di cui la maggior parte al confine con l’Italia, per lo più costruite tra gli anni settanta e ottanta del secolo scorso,  che producono milioni di metri cubi di scorie radioattive scaricate sino al 1983 nell’Oceano Atlantico? Per capire, per l’uranio 235, combustibile nucleare insieme al plutonio, sono necessari 710 milioni di anni per il dimezzamento del potere radioattivo; e negli anni dal 1966 al 1996 è la stessa che eseguì 193 test nucleari nelle meravigliose isole della Polinesia francese,  nell'Oceano Pacifico, esponendo l'allora popolazione di Tahiti (178.000 abitanti) a livelli di radioattività 500 volte superiore ai limiti massimi con conseguenze che hanno portato Hollande al risarcimento dei danni in questi ultimi anni?
- ma la Germania, maglia nera per il numero di centrali a carbone e lignite,  causa principale dell’emissione di CO2,  non è la patria della Volkwagen che ha manipolato i dati sulle emissioni della CO2 delle proprie autovetture, condannata per questo ad una maxi multa da 18 miliardi di euro?
- ma la Cina che ha aderito all'Accordo di Parigi, è la stessa che ha tutte le sue più grandi città, Pechino per esempio, in Allarme Rosso per gli altissimi livelli di inquinamento ambientale col sole oscurato e costringendo i suoi cittadini a vivere con le mascherine per poter respirare? 
Con questo non sto cercando giustificazioni o alibi alla scelta di Donald Trump e del Popolo Americano, voglio solo dire che quando ci si strappa le vesti di dosso bisogna stare attenti perché alle parole devono seguire i fatti altrimenti in mutande potrebbero rimanere persone innocenti che in tutto questo non hanno nessuna responsabilità.

Fabio Barbarossa

Nella foto sopra: Mururoa nel 2000, pochi mesi dopo l'ultima esplosione nucleare.

martedì 30 maggio 2017

Povera Sardegna, amata Terra mia

E pensare che i nostri Antenati avevano portato sino a noi, a costo di grandi sacrifici e spesso della loro stessa vita, questa Terra intatta e a prova di inquinamento ambientale. Oggi, leggendo L’Unione Sarda, sembra di vivere proiettati in un’altra dimensione temporospaziale, apocalittica e catastrofica, dove  fanghi acidi e  polveri bianche, ricche di sostanze tossiche e di veleni mortali, stanno  invadendo parte del nostro territorio ed alcune oasi naturalistiche, come la Laguna di Santa Gilla a Cagliari, invidiateci da tutto il mondo. Per ora si parla di 35 mila tonnellate di fanghi tossici, provenienti dalla Fluorsid, delittuosamente interrati in aree dove inevitabilmente potrebbero aver inquinato le falde acquifere e tutte le derivazioni agro alimentari che ne sono venute a contatto. I livelli di arsenico, considerato il veleno dei “delitti perfetti” in quanto inodore  e insapore, è di 140 volte superiore i limiti di legge. Piccole dosi di questo veleno possono simulare una morte naturale. Ebbene tutto questo in una sorta di irresponsabile scaricabarile che sta portando la nostra terra ad essere inospitale per noi e per i nostri figli. Fortunatamente, in tutto questo disastro ambientale, ci sono dei Rangers che vigilano sulla nostra salute e sul futuro della nostra terra. Angeli, spesso vituperati da un potere politico miope ed incapace, sono riusciti con grande spirito di sacrificio e pochi mezzi, contro uno strapotere economico che non guarda in faccia nessuno,  a scoprire e a denunciare tutto questo. Questi Angeli fanno parte del Corpo Forestale della Sardegna e sono formati da uomini e donne che come noi hanno la nostra stessa origine isolana e che hanno a cuore le sorti della nostra terra e dei nostri figli. Il nostro sostegno deve essere totale, come lo è il mio, in un ambito di collaborazione civica, perché è tramite l’impegno di tutte le persone di buona volontà che potremo aspirare ad un futuro libero e dignitoso per noi e per la nostra amata Terra.


Fabio Barbarossa

Pubblicata su L'Unione Sarda del 9 giugno 2017 

venerdì 19 maggio 2017

LOVE LETTER TO MY CHILDREN

Beloved children of mine,

in few days, God willing, I'll reach my sixtieth year of age, to understand each other, that one which make you jokingly yell: "Dad, you're an old man!", and I wish, with these few lines, to express my gratitude and happiness, moreover to have given to my life a purpose. Dear Stella, dear Cecilia, dear Matteo, dear children of mine, each and every one of you earned a piece of my heart and almost my very own soul. Each of you, as load bearing columns, carry the weight of my humble life, making sense of everything, even pain. I imagine for you a bright and colorful future, which would make you grow in health, pride and dignity. I imagine your future, even if I'm not longer on this heart holding your hand and helping you not to do the mistakes I've done. Because of it I was always careful where I'd put my own feet, so each of you could have followed my own footsteps. Forgive me if sometimes I wasn't able to be at the level of the expectations you have of me, but be aware that everything I've done in my life, I've been doing it with everyone's respect, and within the limits which belongs to whomever walks the ground of this earth. I would hug you all, to transfer my love, but most than everything to have comfort of being able to carry this heavy and humble life of mine.

Your Dad Fabio

lunedì 15 maggio 2017

Adorati Figli miei

Tra qualche giorno,  Dio volendo, raggiungerò il mio sessantatreesimo anno di età, per intenderci quello che ogni tanto vi fa esclamare scherzosamente: “Papa' sei vecchio! “, e vorrei con queste poche righe  manifestarvi la mia gratitudine e la mia felicità per aver voi contribuito a rischiarare la mia vita, ma soprattutto per avergli dato un senso. Cara Stella, cara Cecilia, caro Matteo, adorati Figli miei, ognuno di voi si e' guadagnato un pezzo del mio cuore e la quasi totalità della mia anima. Ognuno di voi, come delle colonne portanti, sostiene il peso della mia umile vita, facendo si che tutto abbia un senso, anche il dolore. Ho immaginato per voi un mondo di pace e di serenità. Ho immaginato per voi un futuro variopinto e luminoso che potesse farvi crescere con salute, orgoglio e dignità. Ho immaginato il vostro futuro, anche quando non sarò più qui su questa terra a tenervi per mano per aiutarvi a non commettere gli stessi errori che ho fatto io. Per questo sono stato sempre attento a dove mettevo i piedi, perché qualcuno di voi avrebbe potuto seguire le mie orme. Perdonatemi se qualche volta non sono all'altezza delle aspettative che voi avete di me, ma sappiate che tutto ciò che ho fatto nella mia vita, l’ho fatto nel rispetto di tutti e  con i limiti che appartengono a chiunque calpesti il suolo di questa terra. Vorrei abbracciarvi tutti e tre per trasmettervi il mio amore, ma soprattutto per avere da voi il conforto nel portare avanti questa mia faticosa e umile vita.

Grazie.

Vostro Papà Fabio

domenica 7 maggio 2017

That guy of the 22nd



A mio Padre Eugenio Barbarossa, nato il 6 maggio 1922 e volato in Cielo l'11 maggio 2014 

"That guy of the 22nd"
He was born in an age which as soon as the war ended, he was working on another one, in a Europe uncertain and frightful, no more nor less than today's actual one, where concepts of love and brotherhood among people were not be determined yet. At the age of twenty, Navy man of the Italian Regia Marina, found himself projected in a war not of his own for a good six years. Following, a life of work, honestly, self  inner respect, after being able  to build a family, which eventually would become his greatest satisfaction.
A wife, his own soul mate for over 65 yrs, 4 kids and many grandchildren. A stable guide, a lighthouse, a safe port of the bombarded sea of life for whomever have had the opportunity to meet him. Throughout time, the stoms of life have nicked his body, but not his mind.
His mind, a marvellous  plaiting of experience and love, adapted itself at the times, at the research of stimuli and facts, at the research of the meaning of life which is recognized in the    contact of the surrounding would.
He was and always will be an indispensable reference for his own loved ones, prodigy of advices and facts manifested by the good example. He never ask for anything for himself. He never presented the bill to the life.
His positivity and trust, were based on a concept, today even more remote, of altruism.
When in these  last moments, his health turned itsel precarious, due to an incurable disease, he accepted his fate  and respected the death. He did it praying his own God, with serenity, without condemning or renegading. When his illness had the best of his own senses, he trusted the structures which had the duty to help him, and without pretending, he waited wishing for a calm and dignifying death.
What carries our society to deny the respect for the life, and even worse for the death. I wasn't given to know
I know only that this guy of the 22nd passed in a cold public hospital room, in which it was deny to him and his own family, the amnesty to live his last hours, his last minutes, I'm the silence and the private pain.
His life is terminated in the middle of a turmoil, in a uproar of a  television turned on at substantial volume, in the laughter and in the screams of a mob occasionally visiting his roommates. My father passed without me hearing his breath, without me being able to see his soul fly out to the neverending sky.
Today I'm here, not to accuse, nevertheless to condemn, but simply to remember that if life has to lived in dignity, even more dignity must.  the death. And this can be done without specific criteria nor additional costs. It can be achieved following the spellings of our own heart and the wisdom of our ancestors, who throughout the cult and respect for life, had transmitted  through time  till reaching us,  the respect and the culture of the death.

Fabio Barbarossa

venerdì 28 aprile 2017

Murmure...cellulare


Era una settimana professionale come tante e a parte due trattamenti sanitari obbligatori ed una impegnativa recrudescenza delle patologie similinfluenzali tutto volgeva al termine tra alti e bassi e le minime soddisfazioni sindacali. Tutto ciò insomma che un medico di campagna come me può auspicare. Sino a quando una giovane mamma col suo ragazzo si presenta nel mio studio per problemi toracici e respiratori. Dopo breve anamnesi faccio spogliare il giovane a torso nudo ed inizio una accurata auscultazione del suo torace. Cuore e frequenza cardiaca regolare. Murmure vescicolare normo trasmesso su tutto l'ambito polmonare. Un momento. A livello basale sinistro sento un rumore respiratorio che mi insospettisce. Ripasso sopra col fonendoscopio e mentalmente rivedo tutta la semeiotica che la mia quasi quarantennale esperienza mi ha messo a disposizione. Sono preoccupato ma non lo do a vedere. Poi, facendo uso della mia lungimiranza professionale, guardo negli occhi il giovane malato e con malcelata pazienza chiedo:
- Hai per caso il cellulare in tasca che sta suonando?
- Si, dottore, ma solo con le vibrazioni.

Se la buonanima del Professor Aresu, mio Docente di Patologia Medica avesse previsto oltre al regolare murmure vescicolare anche le vibrazioni di un fantascientifico cellulare vibrante in tasca, si sarebbe suicidato.
Fabio Barbarossa.

lunedì 24 aprile 2017

La Merde



La nostra Italia tende inesorabilmente a precipitare verso il baratro dell'autodistruzione e, malgrado tutto, non si riesce a trovare una soluzione unitaria che ci possa salvare tutti, o quasi. Da tempo cerco di capirne il perché ma solo recentemente ho trovato la giusta risposta. Dopo aver espletato, come tutti i comuni mortali, i vostri bisogni corporali, provate a premere come d'obbligo, il pulsante dello sciacquone. Sotto di voi un vortice d’acqua porterà via l'esito della vostra funzione intestinale, comunemente nota come merda. Supponiamo per un istante che la nostra nazione sia un appartamento e che il popolo italiano ne occupi le stanze in modo più o meno confortevole. Una parte di questo si troverà in cucina ad abbuffarsi con tutto ciò che trova, un'altra parte sarà in salotto a chiacchierare e a pontificare sul senso della vita, un'altra parte ancora sarà in camera da letto a dormire o semplicemente a procreare. Infine, una parte sempre più nutrita sarà nella toilette in vicinanza del wc e da questo verrà attratto in una sorta di vortice che fatalmente lo porterà al di fuori della casa insieme ad una dose di escrementi. Nella parte alta del vortice ci saranno coloro che ancora cercano di arrampicarsi sul bordo del water per potersi salvare, in quella intermedia ci saranno coloro che col salvagente sono ancora convinti di poter stare a galla, nella parte inferiore, infine, saranno presenti tutti coloro che intrisi di merda si avviano ormai velocemente verso il buco nero dello scarico. In Italia il problema è che ognuno di noi si trova in una stanza diversa e a nessuno di quelli che vivono agiatamente interessa ciò che succede nella toilette. Ma prima o poi anche i migliori water si intasano e può capitare che gli escrementi possano tracimare in tutta la casa e persino nelle case dei vicini. Occhio.


Fabio Barbarossa.


mercoledì 19 aprile 2017

Non molto tempo fa al nome Kim Jong si sarebbe potuto associare il modello di una Marca Automobilistica dell’Asia Centrale o ancor più semplicemente il nome di uno dei tanti personaggi di origine asiatica che per la loro eccentricità psicosomatica imperversano nel mondo asiatico. Neanche con la più fervida fantasia si sarebbe potuto immaginare che questo ragazzone di 33 anni, sbruffoncello e soprappeso, avrebbe messo in crisi la stabilità militare dell’intero globo terracqueo. Così Kim Jong, dittatore Nord Coreano, attraverso una serie di proclami, minaccia di far crescere funghi atomici in ogni dove. E con chi entra in rotta di collisione? Nientemeno che con Donald Trump, che in quanto ad immagine di bullo americano non è da meno. Se non fosse che la cosa è tremendamente seria, ci sarebbe da sedersi in poltrona, con tarallucci e vino,  per vedere come andrà a finire. Ma ho un brutto presentimento. Istintivamente  mi viene da pensare: “ma se noi italiani prima o poi dovessimo avere un contenzioso con Kim Jong, chi potremmo usare come controparte politico militare?” Chissà perché mi viene in mente il nome di un bullo sbruffoncello toscano, che lascio a voi immaginare chi sia, e la cosa mi preoccupa in modo particolare.

Fabio Barbarossa

Pubblicato ne L'Unione Sarda del 12.04.2017

domenica 19 marzo 2017

Little firmament

For as much as our existence is made out of relationships, on
 which we confront ourselves for all our own life; it's in the solitude that we measure our own being, especially after a exhausting day, we say still with our own selves and with our own soul to count the stars of our own little firmament.
Fabio Barbarossa

venerdì 17 marzo 2017

le Stelle nel firmamento

Per quanto la nostra esistenza sia fatta di relazioni, con le quali  ci confrontiamo per tutta la nostra vita, e' nella solitudine che misuriamo il nostro essere soprattutto quando, dopo una giornata faticosa, rimaniamo con noi stessi e con la nostra anima a contare le Stelle del nostro Piccolo Firmamento.


For as much as our existence is made out of relationships, onwhich we confront ourselves for all our own life; it's in the solitude that we measure our own being, especially after a exhausting day, we say still with our own selves and with our own soul to count the stars of our own little firmament. 



Fabio Barbarossa