mercoledì 9 novembre 2011

il mio lavoro, la mia vita....

Esile, ordinata, pulita, gentile e sorridente. Così si presenta una mia cliente anziana, ogni qualvolta mi reco al suo domicilio per valutare il suo stato di salute. Parliamo di tante cose, del tempo, di politica, della vita in generale. Lei risponde puntuale, con educazione e cortesia. Con una sensibilità rara e antica. Il suo discorso finisce sempre con un sorriso. Parla, ma sa ascoltare. Non mi interrompe mai, aspetta che io abbia finito e mi ascolta con tanto interesse. Mi fa sentire a mio agio, come ci si sente davanti ad una nonna, dolce e paziente. La mia visita le è gradita, e me lo dimostra. Parlare col dottore, in certe realtà, specialmente se c’è disponibilità reciproca, è un grande evento. Scambio due chiacchiere con i familiari, mi viene sempre offerto un caffè. Il tempo si ferma, il mondo perde la cruda realtà. Resterei ore ad ascoltare dalla sua voce il tempo che fu. Quasi mi dispiace andar via, ma il lavoro mi reclama. Solo in quel momento vedo nel suo volto un velo di tristezza. Chiede ancora un momento. Vuole ancora parlare. Vuole ancora ascoltare, come se non ci fosse più il tempo. Certe volte mi riconosce, altre volte mi chiede chi sono. Ma sa sempre come ci si comporta, con cortesia e rispetto. La mia paziente è affetta dalla malattia di Alzheimer. La sua mente è presente, ma alcune volte vola chissà dove. Poi ritorna, puntuale, dove aveva interrotto. Basta aspettare e tutto torna normale.
Ci salutiamo con affetto, con la promessa di rivederci al più presto. Questo è il mio lavoro. Questa è la mia vita.

Fabio Barbarossa

pubblicato Unione Sarda dell'11.11.11