sabato 16 febbraio 2013

Lo scacco alla Morte, meravigliosa illusione...

Nel "Settimo Sigillo", Antonius e la Morte, giocano a scacchi la partita finale per la vita. Se Antonius dovesse perdere, la Morte si approprierà della sua vita. Da medico, ho assistito tante volte a questa partita. Ne ho visto in faccia i contendenti. Da una parte l'Uomo, con il suo bagaglio di vita, la sua fede, le sue paure, la sua rassegnazione, dall'altra la Morte, misteriosa e scura, ma, nel contempo, paziente e determinata. Molte volte ho giocato io la partita, per conto di altri. Alcune volte vincendo, altre perdendo. Conosco la Morte. Ho imparato a rispettarla. Mi sono seduto tante volte al suo fianco, senza temerla, anzi, ritenendo la sua opera conseguenza giusta e naturale di una vita terrena. Tantissime volte mi sono opposto alla sua volontà, pur sapendo di essere poca cosa nei suoi confronti. Altre volte, non ne ho ostacolato la strada, quando ormai questa era la sola percorribile. In questi giorni l'ho rivista. Era seduta al fianco di un povero Cristo. Stava giocando, convinta che avrebbe vinto da un momento all'altro. Ed io, impotente, non potevo che aiutare, con umiltà, il suo contendente a perdere con dignità la sua ultima partita. So che un giorno o l'altro dovrò giocare con Lei la mia partita a scacchi. Non ho paura. Con Lei ci conosciamo bene. Quando arriverà il mio tempo, giocherò senza paura di perdere. Ma, in ogni caso, con determinazione e voglia di vincere.

Fabio Barbarossa
16 febbraio 2013


pubblicata UNIONE SARDA del 16 febbraio 2013