martedì 27 giugno 2017

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur

Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata. Così scriveva lo storico Tito Livio poco prima della nascita di Cristo. Mai come oggi la storia ha accorciato i tempi, facendo diventare attuali fatti di oltre 2.000 anni fa. Mentre a Roma si discute di lana caprina il popolo italiano viene espugnato da problematiche esistenziali inerenti la disoccupazione, la sanità, la scuola, la giustizia, la migrazione. Chi governa e' tanto attento alla distribuzione di seggi e incarichi elettorali che non si accorge che a valle la nazione brucia. Per questo da loro vengono interpellati i grandi saccenti della sociologia europea, per capire come mai quando il popolo brucia si lamenta e in certi casi addirittura grida; per capire come mai quando si e' persa anche l'ultima speranza ci si arrocca in una posizione di difesa e spesso si abbandona il campo; per capire come mai alle consultazioni elettorali si presenta meno del 40 % degli aventi diritto. E per questo si scodellano al popolo ormai anoressico considerazioni ridicole e abominevoli che si arrogano il diritto di capire ed interpretare, in chiave incomprensibile, ciò che il popolo vorrebbe. Ma e' cosi semplice. Il Popolo vuole dignità. Dignità di vivere in salute, nella famiglia, nella società, nel lavoro, negli affetti. Tutto il resto e' superfluo. Pertanto, se si hanno veramente a cuore le sorti dell'Italia, chi governa si deve impegnare con i fatti e non solo con le parole, con la demagogia e con l'arroganza. L'alternativa, come per la città di Sagunto, e' che ci sia sempre l’Annibale Barca di turno che possa espugnare, come già sta succedendo, la nostra meravigliosa e unica Nazione.


Fabio Barbarossa 

Nella foto in alto Annibale Barca, condottiero e politico Cartaginese 
(Cartagine, 247 a.C. - Lybissa, 183 a.C.)

Pubblicato ne L'Unione Sarda del 4 luglio 2017



domenica 25 giugno 2017

L'informazione 3

Può capitare di ricevere, attraverso i servizi di rete tipo facebook, watsApp, twitter e tanti altri, informazioni e fatti che poi in un secondo momento si rivelano bufale, più modernamente Fake. Può capitare che il singolo, ignaro di questo, possa essere a sua volta amplificatore di tale bufala trasmettendola ai suoi amici e contatti. Ma tutto questo e' limitato ad una piccola cerchia di persone nelle quali e' facile possa nascere per questo un dialogo che porti ad esprimere pareri ed opinioni, più o meno costruttive e circoscritte. Diverso e' quando queste false informazioni vengono create ad arte, per fini che lascio a voi immaginare, e che queste vengano amplificate con mezzi di comunicazione di massa, quindi capaci di influenzare, spesso senza possibilità di replica, la maggior parte dei cittadini con conseguenze inimmaginabili e spesso imprevedibili. La cronaca di questi giorni, in cui si è data la responsabilità della morte di un figlio, affetto da leucemia, ai genitori per non aver vaccinato per il morbillo i fratellini, ne e' la prova drammaticamente lampante. Solo che in questo caso si è criminalizzata una famiglia già provata peraltro dal gravissimo lutto. C'e voluto l'intervento pubblico del dottor Andrea Biondi, medico curante della piccola vittima, a dirimere il dubbio ed a togliere in questo modo la responsabilità ai genitori. Mi chiedo come mai i giornalisti non abbiano acquisito prima questa informazione, evidentemente già disponibile dal primo momento. Mi sarei aspettato le pubbliche scuse alla famiglia, ma non mi sembra che queste abbiano avuto dai media lo stesso risalto. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
Fabio Barbarossa