mercoledì 29 luglio 2015

Pollicino al giorno d'oggi

Dovunque mi giro, il panorama non cambia. Umanità repressa, persecuzioni etniche, locali, personali. Un mondo che cambia aspetto. Tutto ciò che era, non è. Tutto ciò che è, non sarà più. Una corsa contro il tempo per fermare la scomparsa dell’umanità, così come l’abbiamo sempre conosciuta. Una sfida sul filo del rasoio per riaffermare concetti in disuso, ineluttabilmente indirizzati alla fine del tutto. A nulla servono ammonimenti, a nulla valgono manifestazioni di orrore. Tutto si assimila e si smaltisce. Tutto trova una collocazione nella mente collettiva, anche quando stride terribilmente con la coscienza personale. La negazione del passato è motivata da presunte necessità future. L’ottusità si sostituisce al patrimonio culturale dei popoli e la legge del più forte prevarica ogni possibilità di dialogo. Assistiamo ad una guerra totale, giustificabile solo da una demenza generale, dove il malato è più sano del curante. Il fine della stupidità giustifica i mezzi dell’idiozia. Un Machiavelli con il morbo di Alzheimer. Non sono un giornalista, e ne vado fiero, non sono un futurologo, e la cosa mi lusinga, non sono un politico, nessuno è perfetto. Sono solo un testimone del tempo. Un astante innocente catapultato a calci nel culo in una dimensione irreale, alla ricerca di una collocazione temporospaziale che, ahimè, non esiste più. Ho perso la strada, e a nulla servono le briciole di pane lasciate da Pollicino per tornare a casa. Gli avvoltoi hanno mangiato anche quelle. E in ogni caso ci sarà sempre un Orco, che con gli stivali delle sette leghe, cercherà di raggiungerci. Chiedo scusa a Charles Perrault per l’uso improprio del suo amato Pollicino. Buona fortuna a tutti.
Fabio Barbarossa

lunedì 27 luglio 2015


LA GENESI

Secondo Fabio Barbarossa

La nostra presenza su questa terra è solo un fatto occasionale. Un errore della natura. Un incrocio tra biochimica e sfiga galattica, sfuggito di mano al padreterno, o a chi sa a chi, che si è auto alimentato seguendo codici e opportunità biologiche. Balle Spaziali. In effetti, una gallina primordiale, annoiata e insoddisfatta, travolta dal suo delirio di creatrice universale, decise di dedicare il suo tempo alla ricerca di qualcosa di perfetto. La creazione di una SFERA. Solida, vuota e leggera. Qualcosa che potesse ricordarla nel corso del tempo e dello spazio. Qualcosa che mettesse tutti d’accordo , insomma, su chi fosse nato per prima. Creò l’UOVO. Distrazione e inesperienza, ma soprattutto presunzione, trasformarono questa sfera perfetta in un oggetto oblungo. La sua leggerezza inoltre lo rendevano particolarmente instabile. Ci riprovò ancora, e poi ancora. Niente da fare. Oblungo, leggero e instabile. Sulla forma niente da dire, ci aveva fatto l’abitudine. L’instabilità invece la costrinse a inseguire le sue uova, e, con le sue ali inefficienti e il sovrappeso, la cosa diventò particolarmente fastidiosa. Che fare allora? Sicuramente appesantirlo. Ma come? Riempiendolo, come un uovo. Con cosa? Le venne in mente un nome insignificante, il colesterolo. Non sapeva perché ma quel nome, in un prossimo futuro, avrebbe avuto una certa importanza. Andò avanti così. Ogni giorno creava un uovo. Le faceva tanto piacere questa sua arte creativa, che esprimeva col canto la sua soddisfazione. Da allora il tempo passò inesorabile. La demenza senile minò la sua arte creativa. Non riusciva più a ricordare il nome dell’oggetto da lei creato. Lovo? Movo? Iomo? Ahimè, nessuno di questi. Pensa e ripensa. Pensa ancora. Ecco ci sono. Si chiamava UOMO! SI, UOMO. E così, in barba a tutte le teorie che ancora oggi arrovellano le menti di grandi scienziati e grandi filosofi, siamo certi che l’Uomo sia nato dal culo di una gallina demente.
Fabio Barbarossa