martedì 3 novembre 2015

Anche questa giornata, faticosamente, volge al termine


Tante vite, tante storie che si accavallano in un vortice di emozioni. Storie di ogni genere raccontate o vissute in prima persona. Storie interessanti, felici o tragiche, che riempiono la vita di chi le ha vissute, o anche semplicemente di chi, come me, le ha ascoltate. Fare il medico  vuol dire anche questo. Vuol dire avere il privilegio, e spesso il peso, di vivere insieme alla gente comune, quella di tutti i giorni per intenderci. Vuol dire sorridere o piangere, senza vergognarsi. Vuol dire aiutare chi ne ha bisogno, ma soprattutto chi non te lo chiede. Vuol dire amare senza condizioni, anche quando il peso delle tue responsabilità o il dolore e le emozioni ti porterebbero a fuggire lontano. Vuol dire sentirsi ancora gratificati e felici nel ricevere un ringraziamento con un sorriso o una bottiglia di olio buono. Vuol dire capire, per poter spiegare a chi ne ha bisogno, quali sono le strade della vita. Vuol dire sapersi emozionare per le cose che per altri sono insignificanti, ma che provengono dal profondo del cuore della gente. Vuol dire soffrire per gli altri come soffriresti per un proprio caro. Vuol dire donare quello che si possiede anche quando ti rimane poco o niente. Vuol dire credere in un futuro migliore, e qualche volta consolare chi ha perso ormai ogni speranza. Vuol dire vivere con sentimento e determinazione la propria vita per essere consapevoli di lasciare un ricordo, una traccia da seguire, per chi verrà dopo. Vuol dire stare attenti a dove metti i piedi perché le nostre orme saranno seguite dai nostri figli. Vuol dire, in definitiva, vivere ed amare la vita con tutto quello che ci riserva e per questo comunque ringraziare per aver avuto il privilegio e l’onore di esserci stati.
Sempre vostro. Umilmente.
Fabio Barbarossa


2 novembre 2015

lunedì 2 novembre 2015

la sanità demedicalizzata

Tra poco scomparirà la vecchia cara ricetta rosa, sostituita da un anonimo foglio bianco. La chiamano ricetta dematerializzata e chi non si adegua sarà oggetto di pesanti multe e addirittura la revoca della convenzione. Per 209 prestazioni sanitarie sarà particolarmente difficoltosa la prescrizione, pena sanzioni e ammende al medico che prescriverà ancora per scienza e coscienza. I medici non potranno avere una opinione personale, sempre per scienza e coscienza, per ciò che concerne le vaccinazioni, pena la radiazione dall'ordine professionale. L'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha posto l'allarme sul consumo delle carni rosse, quali causa indiscussa del cancro dell'intestino, e i medici sono già subissati di domande da parte della gente in piena crisi di panico. Probabilmente verrà proposto un piano di disintossicazione con introduzione graduale di
scarafaggi e insetti vari. I medici consiglieranno la carne rossa a porte chiuse e saranno perseguitati gli obbiettori di bresaola. L' Associazione Nazionale per la difesa del Pollo e del bestiame a carne bianca entreranno in agitazione per la grave azione persecutoria nei confronti dei loro associati, accusando l'OMS di discriminazione bestiale. La malavita organizzata si dedicherà al traffico e spaccio di salsiccia e prosciutella. Insomma, ho l'impressione che più che di dematerializzazione delle ricette rosa si potrebbe parlare di decerebrazione di certa classe politica e demedicalizzazione della sanità italiana. 
Sempre vostro. 
Fabio Barbarossa