martedì 26 marzo 2013

Fare il medico di famiglia non significa soltanto azzeccare le diagnosi seguendo criteri scientifici e deontologici lavorando con scienza e coscienza. Alcune volte bisogna ammettere i propri limiti, evitando che il paziente debba rinunciare a cure più adeguate ed innovative. Ecco perché alcune settimane fa non ho avuto nessuna esitazione quando una gentile e sofferente  paziente mi metteva al corrente così delle sue sofferenze:
- Caro Dottor Barbarossa, mi deve aiutare. Come mai quando, sento l'odore della lattuga, mi viene la nausea?
Nel mio ormai consunto cervello di scafato, nonché scaltro, medico di famiglia, più per esperienza che per scienza, sono passate diverse possibilità. Ma nessuna di queste mi sembrava adeguata alla soluzione del problema. Pertanto, umilmente, e senza penalizzare per questo la vita della mia cliente, con grande onestà intellettuale, così ho risposto:
- Cara Signora, mi dispiace veramente di non poterle risolvere il suo problema. Purtroppo, per mia esclusiva negligenza, il giorno che all'Università, nel mio corso di Medicina e Chirurgia, spiegarono la Lattuga, ero assente. Sono però sicuro di poterla inviare da uno specialista in Verdurologia, per poter insieme rimediare al suo fastidioso problema.
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