martedì 20 novembre 2012

L'uomo cha parlava alle mosche...


Era un uomo democratico. Vestiva  casuals e difficilmente cambiava abbigliamento. Il suo giaccone trapuntato verde, aveva conosciuto diverse generazioni e la sua camicia di mollettone tovagliato, rosso a scacchi verdi, faceva pendant  con i blue jans prima maniera. La pulizia non era il suo forte, e neppure l’acqua scorreva a fiumi nella sua dimora. Il sapone,  del tutto sconosciuto, non era nel suo vocabolario.  La sua apparizione fisica era preceduta dal suo fetore, che in circostanze ottimali, con vento a favore,  poteva raggiungere e superare i 300 metri. Legava con gli animali. Possedeva alcune pecore, delle capre, e tanti altri animali convivevano temporaneamente con lui. Ma il legame più stretto e più sincero nacque con dei piccoli insetti, solo in apparenza repellenti. Le mosche! Fu amore a prima vista. In una giornata calda di fine estate, mentre l’uomo passeggiava accanto ad una grossa merda di vacca, le mosche l’abbandonarono per salire su di lui. Certo, fu un passo azzardato, ma, nel tempo, ripagò ampiamente le piccole bestioline. I rapporti non furono sempre idilliaci. Alcune volte il signore le puniva con una paletta  rossa, altre volte erano loro a schiaffeggiarlo con le loro ali fastidiose. Ma in definitiva riuscivano sempre  a trovare un modus vivendi che li soddisfaceva entrambe. Quando il signore delle mosche usciva, veniva sempre accompagnato da una folta rappresentanza  di insetti. Gli giravano intorno in orbite satellitari, senza allontanarsi da lui, se non per pochi centimetri.  Questo serviva alle mosche per poter esplorare il territorio in attesa di  colonizzare altri ambienti, e, a lui, per potersi sbarazzare delle scorie organiche dal suo vestiario. Condividevano con lui il cibo, la casa, i bisogni corporali, prevalentemente i suoi. Dialogavano spesso, anche senza parlare. Attraverso i gesti. Solo Una volta mi capitò di intercettare una comunicazione tra una mosca madre  che parlava al figlio: -“Figlio mio, lavati le zampette, i palpi mascellari e la proboscide, prima di mangiare la merda! Ricordati che hai camminato sul signore delle mosche!”-.
Fabio Barbarossa