venerdì 3 febbraio 2012

il bastone e la carota...

Mentre la povera Italia affonda, con morti e dispersi, ognuno cerca di salvarsi come può. Le scialuppe non bastano per tutti, le biscagine sono strette e pericolose, l’acqua è fredda e il mare ingrossa e gli schettini sono in agguato. Come in tutte le storie tristi, quando la nave affonda, i primi a scappare sono i topi, e così è successo. Chi poteva è già fuggito, portando con se tutto ciò che poteva arraffare, lasciando solo desolazione e miseria. Altri, pur causando o contribuendo al disastro, continuano beatamente a recriminare diritti immeritati, aiutati da una giustizia lenta e farraginosa, espressione di una società malata e alle corde. Il popolo si indigna, si arrabbia, chiede soluzioni e sollievo ai propri bisogni. Si aggrappa a qualcosa, a qualcuno, a chiunque creda o dica di avere la soluzione in tasca. Si entusiasma e si deprime. Impara terminologie nuove in tutti i settori dello scibile umano. Economia, psicologia, balistica, nautica, aeronautica, medicina legale, e in queste viene inglobato e distratto. Si avventura e si immerge nei plastici vespiani, coinvolto totalmente nei fatti. Così riesce a digerire la pillola amara che gli viene somministrata, ma solo per il suo bene. I nuovi e vecchi governanti, uniti morbosamente nei fatti, utilizzano il vecchio e intramontabile sistema del Bastone e della carota, come rimedio definitivo. Il bastone lo conosciamo da intere generazioni. Vuoi vedere che per la carota hanno in mente qualche altro utilizzo, visto che gli italiani ne fanno uno scarso uso alimentare?

Meditate gente, meditate

Fabio Barbarossa