mercoledì 17 agosto 2016

Su Bugginu.

“Se non fai da bravo, arriva l’Uomo Nero e ti porta via!”
E chi l’avrebbe mai detto. A furia di minacciarci, di uomini neri ne sono arrivati a migliaia e probabilmente, tra poco, a milioni. Da piccoli, quando ancora la ragione era razionale e libera da ogni condizionamento, soprattutto politico, venivamo minacciati con lo spauracchio dell’Uomo Nero. E chi mai sarà costui e che cosa mi dovrebbe fare, e perchè? Intanto il tempo passava e di uomini neri non se ne vedevano. Avranno altro da fare, pensavo. Nei primi anni della mia vita verificavo con molta attenzione il colore della pelle delle persone e non appena vedevo qualcuno più scuro degli altri cominciavo ad allarmarmi. Finalmente, dopo tanti anni e diverse minacce cadute nel vuoto, mi sono reso conto che l’uomo nero poi non esisteva. Anzi, esisteva, ma si faceva gli affari suoi, più o meno come quello giallo, verde, rosso e arcobaleno.
E così sono cresciuto diventando a mia volta oggetto di paura o spauracchio per tanti altri bambini come lo sono stato io. “Se non fai da bravo, ti porto dal Dottore”. Non solo: “se non fai da bravo ti porto dal dottore che ti fa la puntura”. Come Dottore ho passato la mia vita professionale a tranquillizzare i piccoli pazientini, che spesso cominciavano ad urlare in vicinanza del mio studio. Ci sono voluti anni e diverse generazioni per far capire ai piccoli che ad andare da “Barbarossa” non solo non c’era pericolo, ma si potevano rimediare penne e quaderni generosamente offerti dalle case farmaceutiche. Però da grande ho finalmente capito che tutto sommato la minaccia era reale e che in definitiva in questa c’erano delle basi ancestrali che avevano marchiato in modo indelebile il nostro codice genetico. La paura dell’uomo nero non era poi così infondata, come non è infondata la paura del medico. Provate ad andare, chiaramente per necessità, in ciò che ancora oggi ci ostiniamo a definire Pronto Soccorso, i cui parcheggi sono gestiti da neri minacciosi. Altro che uomo nero o Dottore che ti fa la puntura. Per questo, senza generalizzare o creare panico per nostri figli, la minaccia esiste solo se noi, adulti raziocinanti, non saremo in grado di proteggerli da qualunque cosa possa ledere la loro libertà e sicurezza, magari aggiungendo all’Uomo Nero anche il notificatore di Equitalia (a Cagliari su Bugginu) o il messo di Abbanoa, o ancora peggio, il Postino di Poste Italiane che ormai si trova, suo malgrado, a dover recapitare solo messaggi di orrore e sventura, per capirci bollette e quant’altro.

Cagliari, 17 agosto 2016


Fabio Barbarossa

L'Informazione

Mai come in questi ultimi tempi l'informazione Radiotelevisiva sta giocando un ruolo determinante nella vita di ognuno di noi. Attraverso i telegiornali e i radiogiornali stabiliamo , in tempo reale, quale sarà  l'umore della nostra giornata. Dalla semplice agitazione a  vere e proprie crisi di panico condizionano ormai i nostri rapporti col mondo circostante. A corollario dell'informazione così detta ufficiale, siamo bombardati poi da una serie di informazioni incontrollate, corredate da immagini e filmati che spesso non hanno nessuna attinenza temporospaziale col fatto stesso. In questo internet la fa da padrone. Ma volendo stendere un velo pietoso sull'informazione fai da te, vorrei concentrarmi sull'informazione cosi detta ufficiale. Quella di Stato. Quella che dovrebbe seguire criteri logici e deontologici, che dovrebbe essere capillare e comprensibile da tutte le fasce sociali, culturali e ideologiche di una nazione cosiddetta democratica come l'Italia. All'uopo si creano in estemporanea  delle vere e proprie task-force di informatori che pur di darci una notizia sono capaci, alcune volte, di inventarla. La cronaca di questi ultimi giorni, parlo purtroppo di stragi e  di fatti di sangue, ci viene somministrata a tutti i costi e a tutti i costi ci vengono date per certe situazioni che di certo  hanno a malapena la loro esistenza.  Vengono fatte Edizioni Straordinarie fiume, interrotte solo dai bisogni fisiologici di chi le fa e di chi, ahimè, le subisce. Il risultato è una serie di supposizioni  che spesso si dimostrano inconcludenti e lontane dalla realtà. Quella vera. L'obbiettivo principale di questa informazione pare sia diventato ormai solo "Isis si, Isis no" - "Islam si, Islam no". Nel frattempo chi le recepisce, e non ha un provvidenziale senso di autocontrollo, subisce una serie di emozioni che vanno dalla depressione all'ansia o a vere e proprie crisi di panico. Professionalmente mi capita  sempre più spesso di diagnosticare patologie psicosomatiche conseguenti non al fatto in se ma all'edizione  straordinaria. Per questo, da medico, sono arrivato alla conclusione che la miglior cura per queste patologie non è l'ansiolitico o l'antidepressivo, ne tanto meno un ciclo di sedute di analisi, ma semplicemente cambiare canale ed aspettare con calma che la notizia venga presentata in modo chiaro e inequivocabile. Basta avere un po' di pazienza e sangue freddo. Ne va' della nostra salute.

Cagliari, 25 luglio 2016


Fabio Barbarossa