mercoledì 17 agosto 2016

L'Informazione

Mai come in questi ultimi tempi l'informazione Radiotelevisiva sta giocando un ruolo determinante nella vita di ognuno di noi. Attraverso i telegiornali e i radiogiornali stabiliamo , in tempo reale, quale sarà  l'umore della nostra giornata. Dalla semplice agitazione a  vere e proprie crisi di panico condizionano ormai i nostri rapporti col mondo circostante. A corollario dell'informazione così detta ufficiale, siamo bombardati poi da una serie di informazioni incontrollate, corredate da immagini e filmati che spesso non hanno nessuna attinenza temporospaziale col fatto stesso. In questo internet la fa da padrone. Ma volendo stendere un velo pietoso sull'informazione fai da te, vorrei concentrarmi sull'informazione cosi detta ufficiale. Quella di Stato. Quella che dovrebbe seguire criteri logici e deontologici, che dovrebbe essere capillare e comprensibile da tutte le fasce sociali, culturali e ideologiche di una nazione cosiddetta democratica come l'Italia. All'uopo si creano in estemporanea  delle vere e proprie task-force di informatori che pur di darci una notizia sono capaci, alcune volte, di inventarla. La cronaca di questi ultimi giorni, parlo purtroppo di stragi e  di fatti di sangue, ci viene somministrata a tutti i costi e a tutti i costi ci vengono date per certe situazioni che di certo  hanno a malapena la loro esistenza.  Vengono fatte Edizioni Straordinarie fiume, interrotte solo dai bisogni fisiologici di chi le fa e di chi, ahimè, le subisce. Il risultato è una serie di supposizioni  che spesso si dimostrano inconcludenti e lontane dalla realtà. Quella vera. L'obbiettivo principale di questa informazione pare sia diventato ormai solo "Isis si, Isis no" - "Islam si, Islam no". Nel frattempo chi le recepisce, e non ha un provvidenziale senso di autocontrollo, subisce una serie di emozioni che vanno dalla depressione all'ansia o a vere e proprie crisi di panico. Professionalmente mi capita  sempre più spesso di diagnosticare patologie psicosomatiche conseguenti non al fatto in se ma all'edizione  straordinaria. Per questo, da medico, sono arrivato alla conclusione che la miglior cura per queste patologie non è l'ansiolitico o l'antidepressivo, ne tanto meno un ciclo di sedute di analisi, ma semplicemente cambiare canale ed aspettare con calma che la notizia venga presentata in modo chiaro e inequivocabile. Basta avere un po' di pazienza e sangue freddo. Ne va' della nostra salute.

Cagliari, 25 luglio 2016


Fabio Barbarossa 

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