lunedì 15 marzo 2021

A modo mio...

Se non fosse che la sera, dopo una giornata di intenso lavoro, ritorno a casa mia e rivedo il volto dei miei amati figli, non avrebbe più senso seguire una strada maestra, irta di sacrifici e privazioni.

La perdita della libertà, sia fisica che spirituale, a cui ci sottopongono ultimamente i ciarlatani della politica e i geni della incapacità totale, stanno paventando in ognuno di noi delle reazioni emotive, alcune volte moderate da una cultura benevola tramandataci dai nostri Avi, altre volte autodistruttive ed autolesionistiche che non lasciano più intravvedere, nella foschia e nella nebbia artificiale, un futuro dignitoso per noi e per le nostre future generazioni.

Mi considero una persona moderata, morigerata, ragionevole ed accomodante. Ho rivisto col pensiero il mio passato e spesso intravvedo, attraverso i fatti della vita che mi circonda, un traguardo forse non tanto lontano in cui la mia esistenza concluderà il suo ciclo. Come ho detto tante volte, tutto questo non mi spaventa. Non ho paura di arrivare inesorabilmente ad un appuntamento con una entità che prima o poi ci prenderà tutti, e ribadisco tutti, per mano per traghettarci in un vuoto eterno da cui nessuno è mai tornato indietro a lamentarsi. A modo mio sono diventato giudice di me stesso e attraverso valutazioni quasi giudiziarie mi sono condannato senza appello per aver commesso dei fatti gravi, volontari o in buona fede, di cui sto pagando ancora oggi le conseguenze. Ma ciò che non riesco e mai riuscirò a tollerare è che sulla mia vita, e soprattutto su quella dei miei cari, qualcuno possa operare in termini di vantaggi speculativi rinnegando a sé stessi e alla propria coscienza quella fede che in tanti hanno riposto in loro. Anche io, come tanti, e come la storia insegna, pur essendo persone moderate, possiamo cambiare aspetto. Se nella nostra vita si dovesse vanificare il concetto di fratellanza, di Patria, di amore e gloria, di dignità e autonomia, tutto potrebbe cambiare anche a costo della nostra stessa vita.
Fabio Barbarossa

If it were not that in the evening, after a day of intense work, I return to my house and see the faces of my beloved children, it would no longer make sense to follow a high road, full of sacrifices and privations. The loss of freedom, both physical and spiritual, to which the charlatans of politics and the geniuses of total incapacity have lately subjected us, are fearful of emotional reactions in each of us, sometimes moderated by a benevolent culture handed down to us by our Avi, other times self-destructive and self-harm that no longer allow us to glimpse, in the mist and artificial fog, a dignified future for us and for our future generations. I consider myself a moderate, sober, reasonable and accommodating person. I have reviewed my past in my thoughts and often glimpse, through the facts of the life that surrounds me, a goal perhaps not so far away in which my existence will end its cycle. As I have said many times, all this does not scare me. I am not afraid of inexorably arriving at an appointment with an entity that sooner or later will take us all, and I repeat everyone, by the hand to ferry us into an eternal void from which no one has ever come back to complain. In my own way I became a judge of myself and through quasi-judicial evaluations I condemned myself without appeal for having committed serious acts, voluntary or in good faith, of which I am still paying the consequences today. But what I cannot and will never be able to tolerate is that on my life, and especially on that of my loved ones, someone can operate in terms of speculative advantages by denying to themselves and their conscience that faith that so many have placed in them. I too, like many, and as history teaches, despite being moderate people, we can change our appearance. If the concept of brotherhood, homeland, love and glory, dignity and autonomy were to vanish in our life, everything could change even at the cost of our own life. Fabio Barbarossa