mercoledì 27 gennaio 2016

oscurantismo politico


Prima fu l’Oscurantismo Clericale, che nel Medio Evo occidentale determinò un decadimento liberale, culturale e di libero pensiero, anteponendo i limiti della teologia del tempo alla cultura illuministica e positivistica degli intellettuali e del pensiero umano. Tutto questo attraverso l’inquisizione e la  negazione del pensiero innovativo, in netto contrasto con l’integralismo religioso. Ci vollero secoli e tantissime battaglie umane e culturali per affrancarsi dall’arretratezza e approdare nell’età moderna e in quella che dovremmo definire contemporanea. Ci vollero tanti secoli e tanti sacrifici, spesso a costo della vita dei liberi pensatori, per riaffermare concetti e pensieri che hanno portato l’occidente all’esaltazione della scienza, della tecnica e di tutto ciò che hanno fatto della nostra Società una società libera, liberale e moderna. Ben lungi dall’essere scomparso, l’oscurantismo si ripresenta in forma larvale in altre facce della nostra epoca. Recentemente la stessa politica italiana, quella becera e illiberale, persegue logiche oscurantiste e di potere per poter affermare condotte centraliste che hanno come obbiettivo il contrasto alla divulgazione di idee liberali, moderne, o semplicemente in contrasto con le norme imposte dallo Stato. Altri esempi non mancano, anche in epoca contemporanea. Dalla Cina alla Corea del Nord, dalla Siria a gran parte dei paesi arabi, dalla Libia a tutto il resto del Nord Africa. In questi frangenti, forse in una sorta di delirante auto castrazione e di eloquente sottomissione, la politica italiana, attraverso il suo governo, ridicolizza e polverizza  secoli di evoluzione culturale e, in occasione di una visita di stato del Presidente iraniano Rohani, maschera alcune statue di nudi di inestimabile fattura per non farlo arrossire ed eventualmente indispettire. Una cosa è certa. Anche in questa circostanza il governo italiano non perde occasione per far ridere il mondo, incrementando le dicerie che ci fanno apparire universalmente come un popolo di pavidi idioti. Grazie Renzi.


Fabio Barbarossa

(Pubblicato su L'Unione Sarda del 29 gennaio 2016)