sabato 19 agosto 2017

Terrorismo VS Umanità

Bruxelles, San Pietroburgo, Parigi, Berlino, Londra, Barcellona. Il copione e' sempre lo stesso. Attentati alla vita e alla libertà dei popoli che attraverso spargimenti di sangue e di morte, con motivazioni pseudo religiose o politiche, mirano a destabilizzare millenni di evoluzione umana. E lo fanno attraverso la negazione della cultura e della vita stessa, illudendosi che bastino considerazioni deliranti e demenziali  per poter condizionare la sorte dell'intera umanità. Per contro, questa reagisce attraverso diverse fasi che rientrano nell'elaborazione del lutto,  più che in una reazione coordinata e condivisa che sarebbe di per se sufficiente a spazzare via tutti i problemi.
• La prima fase e' una reazione psicotica di negazione o di rifiuto della realtà dei fatti. Non si vuole accettare che dei pazzi fanatici abbiano dato la morte a vittime innocenti senza nessun motivo, se non quello della follia e dell'instabilità mentale.
• La seconda e' la fase della rabbia in cui ci si chiude in se stessi alla ricerca interiore o esteriore delle proprie responsabilità.
• La terza fase e' quella che, attraverso una rivalutazione delle proprie risorse e un riacquisto dell'esame della realtà, porta alla:
• quarta fase, quella della depressione, dove si diventa consapevoli di non essere gli unici ad avere quel dolore e si considera la morte, anche attraverso le stragi, come inevitabile.
• Solo nella quinta e ultima fase, quella dell'accettazione del lutto, si diventa consapevoli della perdita e si accettano le differenti condizioni di vita derivanti.

L'intento del terrorismo, di qualunque matrice esso sia, e' proprio questo, costringere i  popoli ad accettare le condizioni di vita da loro imposte utilizzando la quarta fase, quella depressiva e dei sensi di colpa, come leva per poter scardinare l'orgoglio e l'evoluzione dell'intera umanità. Solo dall'unione dei popoli e delle loro culture si potranno avere le reazioni di difesa e l'immunità necessaria a progredire in pace per il resto della nostra difficile esistenza nell'Universo.

Fabio Barbarossa