sabato 26 dicembre 2020

Un viaggio nella Sardita'



Due giorni fa, dopo aver letto sull'Unione Sarda il dramma del Comune di Seulo circa la mancanza del loro medico di famiglia e quindi l'impossibilità di fare alla popolazione anziana i vaccini antinfluenzali, ho deciso, volontariamente e senza esitazione alcuna di fare un omaggio a questo nobile Popolo Barbaricino facendo io stesso le vaccinazioni agli anziani e agli aventi diritto. Ho inoltre programmato la vaccinazione domiciliare a tutti coloro che per motivi di salute non potevano spostarsi dal proprio domicilio. Dopo aver contattato il Sindaco di Seulo, Dottor Enrico Murgia, e il Commissario Straordinario dell'Ats Sardegna Dottor Giorgio Steri per la disponibilità dei vaccini, sabato 17 ottobre 2020 all'alba, sono partito per Seulo. Dopo aver attraversato posti incantevoli con foreste incontaminate ed un meraviglioso arcobaleno che mi indicava la strada, sono arrivato a Seulo. Ad attendermi c'era il Sindaco con tante persone organizzate in attesa del vaccino. Abbiamo iniziato subito la vaccinazione e ho avuto modo di conoscere almeno 140 persone a cui ho praticato la vaccinazione. È stato per me un tuffo nella sardita'. Un ritorno alle nostre origini, all'orgoglio e alla dignità di un Popolo irriducibile e ricco di cultura come quello Sardo. Sono stato poi accompagnato da alcuni funzionari comunali a casa dei pazienti non ambulabili, tra cui una Signora Centenaria che con un sorriso, celato da una mascherina, è riuscita comunque a trasmettermi la sua gratitudine che mi ha decisamente commosso. Dopo aver esaurito le vaccinazioni e aver avuto la gratitudine di tutti coloro che ho incontrato, anche con dei doni meravigliosi che ho apprezzato e soprattutto gustato, i meravigliosi Pistoccus 'e nuxi del Dolcificio Stefano Secci di Seulo, e dopo aver pranzato col Sindaco e la sua famiglia, ho ripreso la strada del ritorno col cuore gonfio di emozione e commozione. Sono arrivato a Cagliari in tarda serata e ho potuto abbracciare il mio piccolo Matteo che proprio in quel giorno compiva 15 anni. Il regalo principale che ho fatto a mio figlio è stato semplicemente l'esempio. Quando puoi fare del bene fallo senza esitare. Il mondo intero te ne riconoscerà merito e la tua vita così avrà un senso.

Un abbraccio a tutti Voi.
Fabio Barbarossa
Cagliari, 18 ottobre 2020



ROTELLE FUORI POSTO.

Non molto tempo fa, quando qualcuno era bizzarro o stravagante, o non aveva il cervello a posto, gli si diceva che gli mancava una rotella o che aveva qualche rotella fuori posto. Probabilmente tutto ciò nasceva dal fatto che allora un orologio con una rotella fuori posto non funzionava, o funzionava male. Con l'evoluzione tecnologica quasi tutti gli ingranaggi degli orologi sono sono stati sostituiti da sistemi a microchip che hanno sovvertito non solo il sistema operativo degli stessi, ma la stessa mentalità degli esseri umani, ad iniziare dall'età infantile. Infatti in una scuola moderna, o che dir si voglia, la scienza ha prevaricato tutto ciò che prima era obsoleto ed inefficiente. Le vecchie lavagne sostituite da più più moderne lavagne interattive multimediali, LIM, libri, quaderni e docenti sostituiti da PC portatili con annesso lettore di CD e dotati di correttore automatico e auto apprendimento, ADSL ormai più importanti della stessa aria che si respira (ai miei tempi, quando l'ossigeno scarseggiava si diceva non c'è aria, ora si dice non c'è campo). Tutto ciò ha portato alla creazione dei nuovi giovani, i Nativi Digitali, che interagiscono con gli smartphone già dai primi mesi di vita. Insomma, un sistema che si è allontanato troppo dalla realtà e che ha portato a dei geni asociali e autoisolati. Sarà per questo che dopo tutta questa scienza "qualcuno" ha pensato di riportare nella scuola una più realistica e antica mentalità? Si. Con l'introduzione dei banchi a rotelle, e prossimamente il calamaio digitale, si vuole riportare un po' indietro l'evoluzione ritornando a quei vecchi detti in cui ad un politico moderno gli si possa ridire che ha una rotella fuori posto o addirittura gli manca.

Ai posteri l'informatica sentenza.
Fabio Barbarossa

UTILE, INUTILE, DANNOSO




Quando ero poco più che un ragazzino, anche su indicazione di mia nonna, imparai che tutti gli esseri umani su questa terra, a prescindere dal colore della pelle, del sesso e della loro etnia, potevano essere catalogati principalmente in tre tipologie: utili, inutili, dannosi. Lì per lì non afferrai bene questo concetto e utilizzai una miriade di varianti, variopinte e folcloristiche, con le quali, anche inconsciamente, solevo districarmi nella selva di umanità casualmente disponibile. Ci volle un bel po' di tempo per capire, sulla base delle esperienze fatte, che tutto sommato aveva ragione mia nonna. Utili, inutili, dannose. Bene o male tutta l'umanità poteva rientrare in queste tipologie. Utili sono tutti coloro che, consapevoli o meno, lasciano dietro di sé una traccia positiva del loro cammino. Chi si è imbattuto in una persona utile non può che riappacificarsi col mondo. L'utile può essere fruttuoso, proficuo, redditizio. Se proviamo a fare mente locale sulle nostre conoscenze ne troveremo tanti. Sono coloro che ci sono stati d'aiuto, che con la loro cortesia sono stati spesso determinanti nella nostra vita e in quella dei nostri cari. La persona utile è spesso un Angelo che con mentite spoglie ci compare davanti nei momenti di difficoltà. L'unica variante di quanto su detto è l'utile idiota che nella sua complicata esistenza, con la sua azione involontaria procura vantaggio e beneficio a qualcun altro. Anche di questa tipologia, semplicemente guardandoci intorno, ne troviamo tanti altri, specialmente nell'ambito della fauna politica. Ma andiamo oltre. Mentre per l'utile rimane spesso traccia a imperitura memoria, per l'inutile le cose cambiano. Dell'inutile non rimane traccia. Il suo passaggio si mescola a tutto ciò
che fa parte della sterilità della nostra esistenza. Spesso viene ricordato senza nome o con l'appellativo di "coso, quello li, come si chiamava? " e diventa inutile anche parlarne o semplicemente menzionarlo. Ma il primo posto di tali tipologie di persone spetta ineluttabilmente al "dannoso ". Il dannoso è colui che alla stessa stregua dell'utile lascia traccia di sé. Spesso associata a devastazione fisica e morale. Il dannoso non ha un campo preferito di azione. Il danno lo può fare a prescindere dalla propria volontà. Il dannoso rimane nei nostri ricordi proporzionalmente al danno fatto. Certe volte è consapevole delle proprie capacità, altre volte non se ne cura soprattutto perché non se ne accorge. Diversamente dal pacchetto di sigarette o dalle bottiglie di alcolici in cui c'è scritto "nuoce gravemente alla salute" , sulla sua persona non è riportata nessuna ammonizione. Viene menzionato come colui che ha creato il danno e per questo perseguito dalle icone dei nostri tempi capeggiate dalla Gretina di turno. Per concludere, vorrei trasmettere il mio messaggio finale in cui vi esorto, nella vostra complessa esistenza, a riconoscere le persone utili, ad ignorare le persone inutili, ma soprattutto a stare alla larga da quelle "dannose". A buon intenditor poche parole.

Fabio Barbarossa

giovedì 30 aprile 2020

Con la flatulenza si può trasmettere il Covid-19?


Apparentemente sembra un quesito banale e ridicolo, ma così non è. Da medico eroe pluridecorato, ieri ho ricevuto la Ciambella Tricolore con marmellata ai mirtilli donatami dalla Comunità in cui lavoro, posso garantire che la flatulenza, nota più comunemente come scorreggia, oltre ad essere il grido di rivoluzione della merda oppressa, può avere una Carica Batterica, e gli esperti Coprologi di Stato, specializzati in Aria Fritta, dicono anche virale, specie se è silenziosa. Pertanto il Bisconte de la Pochette ha già ordinato alle industrie farmaceutiche la produzione di un filtro sonda da inserire per via rettale ogni qualvolta si esca da casa, specialmente se affetti da meteorismo. 


Sembra una presa per culo, ma lo è.

Fabio Dottor Barbarossa

sabato 28 marzo 2020

Non ci avrei mai creduto


All'età di 65 anni, giovane nello spirito e nella mente, ancora in forze fisicamente, quanto basta, mi trovo a dover prendere in considerazione la possibilità di lasciare in anticipo questa terra di lacrime a causa di un virus sconosciuto che sta facendo razzia di esseri umani in tutto il mondo. Sia ben chiaro, non mi fa paura. Nella mia vita ho già dato e preso tutto ciò che era umanamente possibile. Nel rispetto del mio prossimo, spesso con spirito di sacrificio, con dignità e senso del dovere, ho vissuto sino ad ora la mia vita, complice l'esempio dei miei Avi e di tutti coloro che, nel bene e nel male, ho avuto il privilegio d'incontrare. Ho contribuito a mettere al mondo tre meravigliose creature, i miei figli, e a loro dedico queste righe, accorate ma serene. La mia missione di medico mi porta ad essere in prima linea, sempre. Ad essere presente in mezzo alla Gente ed insieme a questa condividerne gioia e dolori. Il mio carattere combattivo mi porta a non retrocedere davanti a niente e nessuno e se anche fosse che in tutta la mia carriera professionale abbia contribuito a salvare anche solo una persona, la mia vita troverebbe una ragion d'essere. Conosco la morte. L'ho incrociata tante volte nella mia vita. Alcune volte mi sono trovato seduto accanto a Lei al capezzale di qualche povero Cristo. L'ho sempre ostacolata, con tutte le mie forze, anche quando mi rendevo conto di essere poca cosa davanti a Lei. Certe volte mi sono fatto da parte perché la sua strada era la sola percorribile. Ma in ogni caso conosco la Vita, quella che abbiamo davanti a noi ogni istante della nostra vita. Quella che ci appare con un sorriso, con un germoglio, con un sentimento, con un tramonto, con un'alba luminosa che ci fa sentire importanti perché importante è la vita e a questa dobbiamo avvicinarci per coglierne il senso. Non perdiamo questa occasione. Non lasciamo che l'angoscia e l'ansia prendano il sopravvento su di noi. Viviamo la nostra vita con serenità e passione, teniamoci tutti per mano e aiutiamo tutti coloro che si attardano per stanchezza nella consapevolezza che un giorno potremo essere noi ad averne bisogno. Crediamo nel futuro e la nostra vita avrà un senso. Crediamo nell'amore e il nostro futuro sarà più lieve. Crediamo nella gioia e anche il dolore avrà un limite. Vi abbraccio tutti e vi manifesto il mio amore, la mia gioia e la mia soddisfazione per aver avuto il privilegio di avervi incontrati e amati.
Umilmente

Fabio Barbarossa
26 marzo 2020