martedì 6 ottobre 2009

I MEDICI DI FAMIGLIA

«Il guaio? Le troppe azioni legali»Mercoledì 30 settembre 2009 L'UNIONE SARDAL e priorità da indicare sulla ricetta? Per Fabio Barbarossa, segretario della Federazione medici di famiglia, a gonfiare le liste d'attesa è piuttosto, fra gli altri fattori, la «medicina difensiva». Cioè il rischio, per il medico, di incorrere, nel suo lavoro, in conseguenze legali. «Si sta manifestando in Italia la stessa tendenza che, negli Stati Uniti, ha distrutto il sistema sanitario nazionale. È facile, per un medico, incappare in un'azione legale da parte di un paziente che si senta, a torto o ragione, danneggiato dal suo operato. Per questo sempre più medici di famiglia scelgono di non correre rischi e rinviare a un secondo livello il paziente: se non sono più che sicuri di poter risolvere il problema, prescrivono esami, ecografie, radiografie. Intasando così le liste d'attesa».
Anche la paura, insomma, ha un suo ruolo: «Certo. Paura di azioni legali che, poi, nella stragrande maggioranza dei casi, finiscono con un'assoluzione. Ma nel frattempo c'è stato un processo, udienze, avvocati... Ora, con il patrocinio gratuito, sempre più pazienti fanno causa: se si vince, il legale viene pagato con una quota del risarcimento. Per questo diverse aziende sanitarie hanno difficoltà a trovare chirurghi e ginecologi: ruoli troppo rischiosi. E sempre più spesso si dotano di un centro per la valutazione del rischio clinico».
Ma le priorità degli esami prescritti, quelle da indicare nelle apposite caselle delle ricette? «Non mi risulta che ci sia ancora una norma, in merito: le ricette hanno tante funzioni, non tutte applicate. L'applicazione dipende da accordi di tipo sindacale. Per decongestionare le liste bisogna ripensare seriamente il funzionamento dei distretti». ( Marco Noce )

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