mercoledì 27 luglio 2011

gli imbecilli sono tra noi...


Alcune volte si mascherano, altre volte no. Cambiano aspetto, ma li riconosci comunque dagli atteggiamenti e dai fatti. Si mimetizzano. Non hanno sesso, ne razza. La loro arma vincente è la perseveranza. Chi diventa imbecille, lo sarà per sempre. Come una sorta di medaglia tatuata sul petto. Generalmente la sua caratteristica si manifesta col tempo. Imbecilli non si nasce, lo si diventa. Magari attraverso una predisposizione familiare, genetica, o ambientale. Non è come l’ignorante, che ignora. L’imbecille è proprio imbecille di suo. E se ne compiace. 
   Dovunque si trovi, non lesina il suo prezioso intervento. Lo elargisce come un suo marchio e ne delimita l’ambiente. Non ha paura di confronti. Però non gareggia perché sa che se dovesse partecipare ad una gara di imbecillità, arriverebbe secondo. Perché? Perché è imbecille. Non è influenzato dal grado di cultura. 
  L’imbecille può essere ignorante, e allora può suscitare comprensione, oppure è colto, e in questo caso usa la sua cultura come cassa di risonanza. Non mira alla quantità della sua dote, ma alla qualità. La sua è pura essenza. Malgrado si trovi in luogo ostile, tende comunque ad ambientarsi in breve tempo. 
 Si accoppia preferibilmente con individui della stessa qualità, non necessariamente di sesso opposto, e quando può, esplica una progenie alla quale impartisce, già dalla tenera età, nozioni di imbecillità. Ben lungi dall’essere in estinzione, si riproduce ovunque. Tutti gli habitat gli sono congeniali. Sa che sua madre, o sua moglie, o sua figlia saranno sempre incinta, in attesa di un nuovo imbecille.

  La mia conoscenza della materia nasce dalla frequentazione, costante, di intere generazioni di imbecilli e, fortunatamente, ho manifestato, nel tempo, una sorta di immunizzazione che mi protegge da attacchi di ogni entità. Almeno per ora. 
   Chiedo umilmente scusa a tutti coloro che, leggendo questo scritto, si sono identificati nella suddetta categoria. Forza con i commenti. Giusto per avvalorare la mia tesi.

Fabio Barbarossa

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