martedì 5 luglio 2016

Una Zia in prestito

  -        Buonasera zia Grazietta.

  -        Buonasera. Chini sesi? (chi sei ?)

  -        Mamma, è su dottori. Dottor Barbarossa -      risponde   velocemente la figlia.

-         Ah, Don Ferdinando. Sieda qui che preghiamo.

-         Si - rispondo per non deluderla.

-        Allora: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Padre nostro  che sei nei Cieli, sia santificato il tuo nome…

E così via, insieme a lei recito il Padre Nostro e un Avemaria. Non che mi faccia male, miscredente come sono.
Non vedente e con l’udito che comincia a non farla sentire, zia Grazietta, appena compiuti 100 anni, è seduta su una poltrona in una cucina candida, con due figlie che le fanno compagnia e l’accudiscono in ogni cosa.
Dopo la preghiera e un paio di brebus antigus (parole magiche antiche, sarde, capaci di guarire malattie  o preservare gli uomini da malefici e dalla presenza del Diavolo)  recitati da zia Grazietta con lucidità mentale inimmaginabile, mi faccio riconoscere.

-         Zia Grazietta. Sono il dottore!

-         Dottor Barbarossa?

Mi prende le mani e, con lo sguardo perso nel vuoto, mi risponde:

-    Dottore,  sieda qui, vicino a me. Sono contenta che sia venuto a    trovarmi.

-         Sono contento anche io di rivederla.

-         Mangi un gelato. Lo vuole?

-         Si. Grazie. Volentieri.

E mentre mangio il gelato, cortesemente offertomi dalle figlie, zia Grazietta mi racconta cose di altri tempi. E’ un fiume in piena. Lucida, cortese, non perde mai il filo del discorso. Quanto c’è da imparare ad ascoltare la saggezza e la bontà in persona. Ogni qualvolta cerco di salutarla per continuare le mie visite domiciliari, mi stringe le braccia e mi trattiene con una forza insospettabile.

-    Mamma. Il dottore deve andare.

-    Ah si. Va bene. Torni presto, dottor Barbarossa. Venga a trovarmi. Mi fa piacere.

-    Certo, zia Grazietta. Tornerò a trovarla al più presto.

E dopo aver salutato mi accingo ad uscire e con la coda dell’occhio vedo zia Grazietta che abbassa la testa e in silenzio piange con le lacrime che le scendono sulle ancora giovani guance.
Dentro di me piango anch’io, esattamente come sto facendo in questo momento.
Storie meravigliose di vita vissuta.

Fabio Barbarossa

Medico di campagna

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