sabato 13 aprile 2019

Ognuno si lavi e si baci i piedi suoi

 
In vicinanza della Santa Pasqua i benpensanti e i santi continueranno a dare le colpe di tutte le stragi al nostro comportamento di civiltà moderna. Ci accuseranno di non aver integrato a sufficienza le belve sanguinarie che si sentivano escluse dal consumismo occidentale, o nella migliore delle ipotesi, per non aver giustificato il loro credo che ammetteva il sacrificio umano di vittime innocenti. Lo stesso signor Jorge Mario Bergoglio, in atto di sottomessa fratellanza, e forse a perdono dei suoi peccati, o di quelli della chiesa, si accingerà a lavare e a baciare i piedi a tante persone, tra cui cristiani, musulmani, buddisti. Sia ben chiaro. Io non mi sento in colpa per la loro mancata integrazione. Non mi sento in colpa perché i miei Avi, e in questo mi spingo indietro nella storia dell’umanità sino ai Santi Martiri che affollano i nostri calendari, sono stati massacrati forse proprio perché avevano cercato di integrare le stesse belve dei nostri giorni. Non mi sento in colpa perché credo nella vita, nella tolleranza, nell’amore. Perché vivo la mia vita nel rispetto reciproco e in osservanza delle leggi cristiane e terrene. Perché sono sempre stato a disposizione dei deboli come lo sono sempre stato dei miei familiari. Perché credo nella fratellanza tra i popoli, a prescindere dal colore della pelle o del credo religioso. Però non tollero che in nome di un dio, o di un credo, o in nome di una qualunque coercizione, si possa togliere la vita a chiunque sia ospite di questa disgraziata terra.  Per questo non mi sento in colpa e per questo non ho bisogno di lavare e baciare i piedi a nessuno a dimostrazione della mia sottomissione. Ognuno si lavi i suoi. A me basta che chi vuol vivere al mio fianco, e a quello dei miei fratelli, lo faccia nel rispetto delle leggi e di quel buon vivere che non ha bisogno di essere scritto o manifestato ne con proclami, ne con vetrine, sacre o profane che siano.

Fabio Barbarossa


Cagliari, 13 aprile 2019

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