giovedì 29 settembre 2016

Una professione...comoda

La professione di medico di famiglia, come in tante altre professioni, può esporre ad incerti del mestiere che in casi estremi possono arrivare a dei veri e propri infortuni sul lavoro. Nella mia lunga e complessa carriera posso pertanto annoverare fatti che mi hanno scosso profondamente, qualche volta lasciando sulla mia pelle vere e proprie ferite lacero contuse, ad esempio in occasione di tragicomiche cadute dalle scale in visita domiciliare, morsi di cani che a torto o a ragione mi consideravano alla stessa stregua del postino come un nemico da abbattere, morsi di oche o tacchini, prevalentemente in periodi natalizi in quanto si sentivano minacciati dalla mia figura imponente e quasi sempre affamata. Ma l’infortunio più insidioso, e quello che maggiormente lascia cicatrici indelebili, è quello psicologico.  Può succedere infatti, come avvenuto poco fa, di recarsi a casa di una paziente anziana e gravemente inabile e di trovarla seduta nel mezzo di una stanza comodamente in quello che a ragione viene chiamata comoda, cioè una sedia water pieghevole regolabile in altezza per i bisogni corporali. Li per li non ci ho fatto caso, poi, vuoi per l’odore propiziatorio che per gli avvertimenti delle persone presenti, dopo aver salutato velocemente l’ammalata, mi sono spostato in una stanza, diciamo, più luminosa. In questa sono stato raggiunto da una figlia della signora alla quale ho domandato alcune informazioni di salute.
La domanda più opportuna mi è sembrata:

-         Sua madre va bene di corpo? (domanda superflua).
-        Certo Dottore! Da quando le ho inserito la zucchina, la carota e l’olio…

Come sta succedendo a voi in questo preciso istante, le mie perplessità hanno superato tutti i limiti imposti da una sana e decente professionalità.
Cercando di non precipitare nella facile ironia, ma mantenendo un contegno che si richiede ad un professionista serio come me, ho risposto:

-         Dove?
-         Nell’alimentazione…
-         Ahhh….bene, meno male.

Dopo essermi ripreso, cercando di mantenere un contegno degno della mia figura, ho continuato la mia costruttiva conversazione.
Dall’altra stanza, con voce ferma e determinata, la paziente mi rendeva edotto del fatto che presentava un prurito e un bruciore nelle parti in funzione.
Sul momento mi è venuto in mente di chiedere alla figlia se alla zucchina avesse tolto la parte spinosa, ma poi, con grande professionalità, ho terminato la visita senza proferir parola e mi sono accomiatato da quella casa.

Dottor Fabio Barbarossa

Storie di vita vissuta

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