giovedì 15 settembre 2016

Primo giorno di scuola media di mio figlio Matteo


Arriviamo in auto in vicinanza della scuola.  
Siamo circa cento genitori con relative auto per una possibilità di capienza di non più di 10 macchine. 
Intasamento mostruoso perché la strada finisce li. 
Come posso, minacciato da alcune madri li da alcune ore, faccio scendere Matteo e gli indico la strada per la  buona scuola. Dopo tre tentativi di manovra, un linciaggio e tre faide appena aperte con gli insegnanti appena esclusi dalla buona scuola, mi avvio alla ricerca disperata di un parcheggio. 
Dopo alcuni kilometri ne trovo uno e mi ci infilo senza esitazione, tra la rabbia e l'invidia degli altri genitori. Sono davanti ad una scuola confinante con la mia e, come mi dissero un anno fa, c'era tra le due un passaggio interno. Tutto, pur di vedere il primo giorno delle medie di mio figlio. 
Entro nell'androne della scuola e cortesemente chiedo ad una giovane ragazza (studentessa? Insegnante?) se conoscesse il passaggio segreto.

- Si. Certo. Faccia le scale sino alla fine. Esca dalla porta a destra e si troverà in un campo di pallacanestro. Poi faccia una  salitina e si troverà davanti alla sua scuola.

- Grazie. Molto gentile.

La camminata sulle scale era poco meno del Cammino di Santiago di Compostela. Quando sono uscito dalla porta a destra, come da indicazioni, sarà per la vicinanza con la fede religiosa, ho visto Santiago di Compostela seduto sullo stipite del canestro del campo di pallacanestro.
Comunque va bene. Ci siamo. Tutto pur di vedere Matteo al suo primo giorno di scuola media.  
Mi guardo intorno e cerco una "piccola salitina". Sarà questa, immagino. 
Più o meno come raggiungere il campo base per la scalata all'Everest. 
Con in più cocci di vetro e sabbie mobili. O la va o la spacca. Salgo. Un passo avanti e due indietro. Resisto. 
Ambrogio Fogar e il suo cane Armaduk mi sono stati virtualmente vicini. Arrivo al campo base e ahimè tra me e l'agognata scuola c'era una rete metallica a prova di migranti. 
Nooo. Non è possibile. Ma per il primo giorno di scuola media di Matteo, questo ed altro. Vado verso la salitina, che nel frattempo era diventata "discesina", più o meno come una banalissima discesa col bob a quattro. Ho messo a dura prova i miei glutei. Ok. Arrivo davanti alla scuola di partenza. Cerco la porta da cui sono uscito e la trovo disgraziatamente chiusa. Porta antipanico. Si può aprire solo dall'interno. Ormai nel pieno di una crisi confusionale guardo la scuola ancora vuota. Le lezioni iniziano forse domani. Mi guardo intorno. 
La scuola ha una vaga e poco rassicurante somiglianza con Alcatraz. Piccole finestre totalmente disabitate. 
Il cuore mi batte forte, anzi vibra. No, era solo il cellulare che mi ricordava di portare Matteo a scuola. Cellullare??

- Pronto, Scuola Sinotto?

- Siii.

- Senta, so che e' imbarazzante, sono nel campo interno della scuola e non riesco a rientrare per poter uscire.

- e cosa ci fa lei li?

Così risponde una signora acida che al confronto l'acido solforico e' camomilla.

- scusi. Ha ragione. Mi avevano detto che tra questa e l'altra scuola c'era una scorciatoia. Va be. Lasci perdere.

- dove si trova esattamente?

- guardi, qui sul muro c'è una balena disegnata.

- va bene. Resti li. Non si muova.

In attesa del mio carnefice guardo dietro il vetro della porta e scorgo un signore che girava tra le aule.

- scusi...scusi...signore

Mi agito muovendo le braccia a mo di farfalla.
Mi vede.

- mi apre la porta, per carità?

Vedendo la mia disperazione si avvicina subito.

- cosa ci fa lei qua?

- lasci perdere. Troppo lunga. La ringrazio. Arrivederla. Saluti la famiglia.

Scendo le scale con passo calibrato e mentalmente penso a come rispondere alla Signora Trinciabue che nel frattempo mi stava cercando.

- Sono il Professor Quattrocchi dell'ispettorato della Buona Scuola Sono qui per verificare se i docenti sono felici.

Fortunatamente per me non l'ho incontrata e ho potuto guadagnare l'uscita senza intoppi.
Per la cronaca, dopo un lungo ma fortunato giro, ho fatto in tempo a vedere Matteo al suo primo giorno di scuola media.

- come va papà? Trovato parcheggio?

- certo amore. Senza problemi.

E qui ho perso conoscenza.


Fabio Barbarossa.

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