sabato 5 marzo 2022

Come eravamo - Parte Seconda

 L'Asilo

La vita continuava insieme agli altri piccoli nell'asilo dove le suore, con un cappello bianco inamidato e di forma strana, antesignano della maschera STORMTROOPER delle Star Wars, e una vestaglia immacolata che toccava per terra, gestivano contemporaneamente l'educazione e la cultura.
La mia Suora preferita, esile e minuta, era Suor Nicolina.
Il suo copricapo era molto più grande di lei e certe volte si aveva l'impressione che camminasse da solo.
Mi voleva molto bene e per lei ero Fabietto.
Si accedeva ad un grande caseggiato con giardino esterno.
Dotazione essenziale era un piccolo cestinetto di
vimini con annessa mela rossa, quelle variopinte non erano ancora contemplate, e un panino imbottito a seconda della volontà della madre. Preferibilmente burro e marmellata.
Li si iniziava a scrivere strani scarabocchi che poco avevano a che fare con la realtà.
Cerchi ed aste, scritte con penna a pennino e calamaio, su quaderni di bella e di brutta copia, sembravano inutili compiti ai miei occhi, ma forse da quelle iniziava la vera avventura culturale della mia vita.
In alternativa si costruivano strane e meravigliose case con pezzetti colorati di legno che anticipavano di tantissimi anni le più tecnologiche costruzioni Lego.
Negli anni successivi, attraverso la scuola elementare a contatto con compagni e compagne, forgiava il mio carattere e mi dava la forza di credere nella vita, nei sentimenti, nell'amicizia.
Trovare un amico era abbastanza semplice.
Solo che tutto poteva essere messo in discussione e anche quelle che potevano sembrare amicizie eterne potevano concludersi per motivi
futili e banali.
Magari una parola sbagliata sottovoce, un prestito negato, una presunta alleanza con un altro erano sufficienti.
Fortunatamente era altrettanto facile riprendere e continuare la stessa amicizia con altrettanto trasporto e amore:
“Toto sì che è un amico… Italo sì che è un amico” erano le considerazioni che riportavo ogni giorno a mia madre.





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